The Italian Wine Journal inizia con Ugo Zamperoni un viaggio virtuale fra le denominazioni italiani per capire lo stato dell’arte del vino italiano fra quarantene, crollo dell’Horeca, sospensione delle fiere di settore
(di Giordana Talamona) Il Coronavirus sta mettendo alla prova tutto il sistema produttivo italiano, compreso quello vitivinicolo. L’impatto economico che si sta registrando in questi giorni di quarantena è trasversalmente molto simile, con denominazioni che al momento reggono più di altre in base ai mercati esteri di riferimento e al target di consumatori. Abbiamo fatto il punto con Ugo Zamperoni, 39 anni, viticoltore di Maser e vicepresidente della Cantina Montelliana dal 2016, presidente Consorzio Asolo Prosecco, la denominazione più piccola del comparto Prosecco, dove si producono 17 milioni di bottiglie all’anno, il 60% delle quali vanno all’estero.
Si avvicinano i lavori in campagna, come si stanno attrezzando le aziende per rispettare i protocolli di sicurezza previsti per contrastare il Coronavirus?
“Le aziende del Consorzio stanno facendo del loro meglio per rispettare tutte le norme previste dai decreti di questi giorni. Molto dipende dalla struttura: le realtà più grandi avranno probabilmente meno difficoltà rispetto a quelle più piccole, a conduzione familiare. Si stanno però tutti impegnando per riorganizzarsi velocemente”.
Quali sono i segnali provenienti dal mercato estero?
“Il canale Horeca è in netto calo, ma molto dipende dai numeri del contagio del Paese in questione. Resiste invece la grande distribuzione. Le vendite al dettaglio, invece, sono quelle maggiormente colpite. In ogni caso, servirà del tempo per capire la situazione reale”.
Quali sono le maggiori difficoltà?
“Ci sono ovviamente delle difficoltà alle frontiere, soprattutto per quel che riguarda il trasporto su gomma. Per ora però non ho notizie di blocchi totali”.
Qualche Paese o importatore ha chiesto una certificazione Coronavirus free?
“Alcune aziende hanno ricevuto delle domande a proposito, ma si tratta più che altro di richieste riguardanti il processo di produzione e non di certificazioni “virus free” vere e proprie”.
E il mercato interno come sta reagendo con la chiusura delle attività?
“La situazione è la stessa del mercato estero. Il settore Horeca, però, in questo caso è del tutto fermo”.
Quali contraccolpi economici prevedete sul settore?
“Difficile dirlo con certezza ora, vista la situazione estremamente mutevole e delicata. Credo però che non sarà il nostro Asolo Prosecco, e il prosecco in generale, il più colpito dall’emergenza Covid- 19”.
Come stanno prendendo i soci i provvedimenti del Governo?
“I soci stanno attuando con grande senso di responsabilità tutte le misure necessarie per gestire al meglio l’emergenza e per tutelare la salute pubblica. Non ho colto particolari lamentele: è una situazione di guerra contro un nemico invisibile, in cui tutti, compresi i soci, sono chiamati a fare la loro parte, a dare il loro contributo”.
Rispetto a un Vinitaly a giugno, quali sono le posizioni dei soci?
“Proprio in questi abbiamo inviato un sondaggio ai nostri soci, chiedendo la loro opinione sulle nuove date di Vinitaly. Ad oggi, dalle risposte pervenute, sembra che la maggior parte delle aziende preferisca rimandare la fiera al 2021. Personalmente, mi auguro che Veronafiere abbia ragione nel pensare che a giugno sia finita l’emergenza, ma ne dubito”.
E la vostra posizione come Consorzio?
“Siamo in attesa di conoscere i risultati del sondaggio per prendere posizione, ma sinceramente non mi aspetto delle risposte differenti rispetto a quelle già pervenute”.
Cosa vorrebbe dire ai soci?
“Mi auguro di ripartire, tutti insieme, quanto prima. In questo momento, però, il nostro compito è quello di tutelare la salute pubblica il più possibile, seguendo le indicazioni delle istituzioni. Superata questa emergenza, torneremo più forti e più consapevoli di prima”.
E che messaggio vuole dare al mondo, che da sempre ama l’Italia e il Prosecco?
“Al mondo chiediamo rispetto e comprensione per quello che l’Italia sta passando, prima in Europa per numeri di contagi. Appena verrà posta la parola “fine” a questo triste capitolo, potremo brindare al Bel Paese, questa meravigliosa nazione che oggi soffre tanto, con un calice di Asolo Prosecco”.