Si chiude l’edizione 54 di Vinitaly, che segna il solco più profondo degli ultimi anni di una manifestazione sempre più orientata al business, con i wine lover nella città medievale palcoscenico naturale di Vinitaly and the city. Vinitaly 2022 registra il record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25.000 operatori stranieri (da 139 Paesi) rappresentano infatti il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera (88.000). E ciò al netto della fortissima contrazione – legata alle limitazioni pandemiche agli spostamenti internazionali – degli arrivi da Cina e Giappone, oltre ovviamente ai buyer russi. Un contingente che pesa complessivamente per circa 5.000 mancati arrivi ma che non ha impedito la rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche ribilanciato le presenze del Centro-Sud – in rialzo – con quelle del Nord.
Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese: “Il ruolo delle fiere italiane è sempre più legato all’aumento numerico delle imprese che si avviano all’internazionalizzazione, in particolare delle Pmi. Vinitaly, in questa edizione più che mai, si è concentrato molto su questo aspetto con un risultato molto positivo in favore di un settore morfologicamente caratterizzato da piccole realtà. Guardiamo ora al 2023 – ha aggiunto Danese – con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni“.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Si è chiuso il Vinitaly che volevamo, e non era nulla scontato. Abbiamo dato un primo riscontro dopo una lunga attività di ascolto e condivisione con le aziende del settore, e dato vita a un piano che troverà, progressivamente, pieno regime entro il prossimo biennio. Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt’altro che banale ed evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere nel perseguire i propri obiettivi“.
Sul fronte delle presenze estere, nel testa a testa tra Stati Uniti e Germania la spuntano i primi che confermano la leadership nella classifica delle nazioni presenti. Terzo rimane il Regno Unito, mentre il Canada subentra alla Cina nella quarta posizione, davanti alla Francia. Seguono Svizzera, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Danimarca. Bene, nel complesso, le presenze dal continente europeo, che hanno rappresentato oltre due terzi del totale degli esteri. Ottime anche le performance di Francia, Svizzera, Belgio e Olanda che vedono aumentare il numero degli operatori rispetto alle passate edizioni. Si consolidano inoltre le presenze dei Paesi del Nord e dell’Est, con in evidenza Finlandia, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovenia e Romania. In ambito extraeuropeo, tengono Paesi come Singapore, Corea del Sud, Vietnam; in crescita l’India. Infine, anche se con valori assoluti contenuti, si dimezzano le presenze dall’Oceania mentre più che raddoppiano quelle dall’Africa.
Queste le dichiarazioni di alcune cantine: Massimo Gianolli, presidente La Collina dei Ciliegi (Veneto): “Sono felice dei passi che ha fatto Veronafiere e che ha fatto l’Ice perché è stata un’edizione molto positiva. Gli ingredienti che hanno determinato un grande successo per quest’edizione sono voglia di riprendere da parte di tutti, voglia di ritornare ad essere insieme – è un ingrediente fondamentale – qualità dei visitatori e qualità dei buyer. Abbiamo avuto tantissimi clienti italiani, un horeca di assoluta qualità, così come privati e investitori di assoluta qualità provenienti anche dal mondo della finanza e molta affluenza dall’estero”.
Luca Rigotti, presidente Gruppo Mezzacorona (Trentino). “Per quanto ci riguarda è andata oltre ogni aspettativa. È innegabile che i problemi di pandemia ci siano ancora, così come qualche problema nel trasferirsi da uno stato all’altro. Ciò nonostante, è stato davvero un Vinitaly interessante, il Vinitaly del ritorno dopo le prove generali fatte in ottobre. Per quanto riguarda i visitatori, i contatti e gli appuntamenti di lavoro non possiamo che esprimere soddisfazione. Molto buoni i contatti a livello nazionale e anche internazionale. Abbiamo avuto contatti con buyer provenienti da vari stati esteri, per cui bilancio positivo anche da questo punto di vista”.
Lino Scaravonati, Gruppo Lunelli-Ferrari (Trentino). “Un Vinitaly con risultati superiori anche alle attese. Era chiara la voglia di ritrovarsi degli operatori del mondo del vino, siano essi appassionati oppure operatori. Sicuramente è stata un’edizione soddisfacente. Per i brand più noti, come Ferrari, c’è stata grandissima affluenza, ma in generale ho notato davvero la ripresa dei contatti pre-pandemia. Ottima presenza, grande interesse, ripresa delle relazioni, consolidamento di quelle già esistenti e apertura di quelle nuove, su mercati anche di più recente acquisizione”.
Riccardo Pasqua, Ad Pasqua Vigneti e Cantine (Veneto). “È andata molto bene, è stato un Vinitaly straordinario, davvero una grande emozione tornare qui dopo tre anni. Un’agenda fittissima di appuntamenti molto importanti, sia con il trade che con gli opinion leaders italiano e internazionali. Tantissima Europa e tanta America, ci sono mancati gli asiatici, ma siamo convinti che recupereremo nella prossima edizione. In definitiva, molto bene, un Vinitaly strepitoso con incontri interessanti e consolidamento di business già avviato e molte le nuove opportunità. Siamo soddisfatti e ringraziamo tutti per l’impegno in una occasione di rientro assolutamente non scontata. L’edizione 2022 ha rispettato le nostre aspettative, con un’organizzazione più fluida anche dal punto di vista logistico. Un ottimo Vinitaly”.