Nel centro storico di Asolo, all’interno dei terreni dalla famiglia Contarini, che alla fine del 1600 fece edificare quella che oggi è conosciuta come “Villa degli Armeni”, un vecchio vigneto abbandonato è stato riscoperto e sta per essere portato a nuova vita.
Un cru di nemmeno mezzo ettaro, con una ottantina di piante di Glera, in cui, grazie all’impegno di Montelvini, si lavorerà per i prossimi sei anni al recupero del genoma della pianta originale, per andare ancor più a fondo, alle radici della storia e del cuore del Prosecco Superiore e dell’Asolo Docg, l’unica denominazione del Prosecco che può vantare nel disciplinare la versione Extra Brut, poiché solo qui il terreno e il microclima regalano al vino struttura e salinità uniche.
Il “Vigneto ritrovato” si trova in stretto rapporto con la scenografica architettura del “Fresco” di Villa Contarini- degli Armeni”, ed il monumentale giardino all’italiana di Villa De Mattia, che sul vigneto si affaccia. Il cru si presenta con un’estensione di circa 3000 mq (0.3 ettari), con vitigni prevalentemente di Glera, il cui anno di impianto risale al 1960. Il terreno, esposto a sud, è di medio impasto con buona presenza di argilla. Presenta alcune zone di argilla dal colore rossastro, dato dall’accumulo di ossidi di ferro. La forma di allevamento prevista per il futuro è quella a Sylvoz, tipica della zona. Vista la posizione del vigneto è previsto il completo inerbimento, per evitare fenomeni erosivi.
Questi i prossimi passi di Montelvini:
• Mappatura 2D e marcatura in campo, ceppo per ceppo, del “vigneto ritrovato”
• Raccolta dei campioni (tralci) per le analisi sanitarie e genetiche
• Analisi fitosanitarie per l’esame delle malattie virali sulle viti vive e valutazione dello stato sanitario complessivo e del rischio sanitario; scelta dei biotipi idonei su cui proseguire gli accertamenti
• Identificazione varietale dei biotipi selezionati tramite analisi molecolari del DNA con marcatori microsatelliti (SSR, Simple SequenceRepeats) adottati su scala internazionale, e successivo confronto con database nazionali ed internazionali
Dal prossimo dicembre e lungo tutto il 2018 si svolgerà la pulizia completa del vigneto con la rimozione delle eventuali piante malate; la potatura delle piante sane con lo scopo di produrre legno utile per la moltiplicazione, lo sviluppo vegetativo delle piante selezionate; interventi agronomici di mantenimento della fase vegetativa.
Alla fine del prossimo anno vi sarà il prelievo delle gemme dal legno delle piante prescelte e il loro mantenimento in frigorifero in vivo cui seguirà a marzo 2019 l’innesto delle gemme su portainnesto e messa in camere di forzatura del materiale innestato. A maggio seguirà la posa in pieno campo del materiale ottenuto per il consolidamento dell’innesto e la formazione delle radici. Altro step a novembre col prelievo delle barbatelle dal pieno campo e la preparazione delle barbatelle sino alla loro messa a dimora nel “Vigneto ritrovato” nella primavera del 2020. Dopo un altro anno, al settembre 2021, si avrà la maturazione dei primi grappoli con la prima produzione effettiva nel settembre del 2022 e la presentazione delle prime bottiglie del “Cru vigneto ritrovato” nella primavera del 2023.