Uve sane e mature quelle raccolte durante la vendemmia, che lasciano intravedere un grande potenziale evolutivo per la Barbera d’Asti Docg 2019.
A fronte di una sostanziale riduzione della produzione (-15% circa) l’uva raccolta su tutto il territorio della Denominazione è caratterizzata da invidiabili parametri analitici. Un’estate non particolarmente torrida e siccitosa ha favorito poi la corretta maturazione tecnologica e fenologica, a tutto beneficio del corpo e del profilo organolettico della futura Barbera d’Asti.
L’attesa è dunque iniziata. A partire dal prossimo anno milioni di wine lovers italiani ed internazionali potranno degustare una Barbera d’Asti che si annuncia ricca, strutturata e dotata di un grande equilibrio e nerbo acido. Sono questi i tratti distintivi della Barbera d’Asti, gustosa se bevuta giovane, ma al contempo complessa se lasciata affinare, alla pari dei più grandi vini internazionali.
La grande duttilità di questo vitigno rende possibili tante interpretazioni enologiche tra loro diverse, che dal Piemonte Doc Barbera giungono fino al Nizza Docg, passando per la Barbera d’Asti Docg, punto di equilibrio tra bevibilità e struttura.
“Siamo quasi giunti al termine di una vendemmia contraddistinta dalla qualità. Grazie ad un andamento climatico favorevole e al costante impegno dei nostri viticoltori in vigna, le uve oggi raccolte si presentano sane e perfettamente mature” dichiara Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato. “Un plauso va senza dubbio ai nostri viticoltori, il cui costante impegno in vigna ha senza dubbio contribuito ad accrescere la qualità della Barbera d’Asti, ormai entrata a pieno titolo nell’olimpo dei grandi vini italiani”.