Prosecco sempre più all’insegna della sostenibilità: di fatto,  il pallino di Stefano Zanette fin dal suo insediamento come presidente del Consorzio, succedendo a Fulvio Brunetta nel maggio 2012.
“Da allora il Consorzio ha fatto importanti e inediti passi avanti – spiega Zanette – e dopo il nostro impegno per azzerare, primi al mondo, l’impiego di Glifosate, Mancozeb e Folpet dai nostri vigneti, ci siamo concentrati sull’introduzione obbligatoria della siepe in una percentuale a nostro avviso opportuna per garantire da un lato il rispetto della biodiversità, dall’altro la bellezza del paesaggio”.
La notizia è proprio di questi giorni e coincide con la pubblicazione dei risultati del bando avviato lo scorso ottobre per il riconoscimento di 1200 ettari di vigneto che ora potranno fregiarsi della Denominazione Prosecco Doc.
“Possiamo affermare che praticamente tutti hanno imboccato la strada della sostenibilità. Il 100% delle autorizzazioni sono state concesse a chi ha deciso di utilizzare pratiche certificate dal punto di vista della sostenibilità come la produzione biologica o SQNPI e/o si è impegnato a garantire almeno il 5% di siepe”.
Tradotto, significa che possiamo contare su 56 ettari di verde che andranno a caratterizzare il paesaggio. Praticamente una siepe larga un metro, lunga 560 chilometri. Essendo il bando triennale, ciò significa che per il 2020 potremo contare su un corridoio verde largo un metro e lungo oltre 1500 chilometri, praticamente una volta e mezza l’italico stivale! Qui troveranno rifugio tante specie animali che con la loro presenza favoriranno il mantenimento dell’ecosistema”.
“Anche un solo albero – commenta Zanette – può contribuire a caratterizzare un’area, pensiamo perciò quale impatto porterà un filare di cipressi, una siepe di acacie, un intero fossato delimitato dai gelsi. Questa è già una bella prospettiva, ma la cosa che più mi appaga è la risposta massiccia da parte dei nostri associati, che spontaneamente hanno deciso di aderire (non è stata accettata la nostra proposta di renderla obbligatoria). Un chiaro segnale di una svolta culturale dal basso che va sostenuta e incoraggiata”.