Da una ricetta originale di fine Ottocento, ideata da Carlo Gamondi, fondatore dello storico omonimo marchio piemontese di Vermouth, nasce in Casa Toso un prodotto unico e straordinario, il Vermouth di Torino Superiore Gamondi.
È sufficiente guardare al particolare metodo produttivo per capire in cosa consiste la superiorità di questo Vermouth, dal gusto nuovo e dal profilo sensoriale particolare e inimitabile. Nel produrre il nuovo Vermouth di Torino Superiore Gamondi gli specialisti di Casa Toso hanno seguito alla lettera le indicazioni riportate nella ricetta originale, con alcuni accorgimenti tecnici derivanti dall’esperienza consolidata dell’azienda di Cossano Belbo (CN) in ambito vermuttistico. La metodologia produttiva si è adeguata ai tempi della natura: ogni erba è stata raccolta nel giusto periodo e i tempi di infusione dei vari gruppi di erbe aromatizzanti sono stati differenti, con un successivo periodo di affinamento di circa un anno, per facilitare l’armonizzazione del prodotto nel suo insieme. Si tratta di tempistiche piuttosto impegnative rispetto ai pochi mesi di maturazione normalmente necessari a produrre i vermouth.
Il vino di base è costituito per il 51% di Moscato d’Asti Docg, che conferisce particolare finezza aromatica, completato da Piemonte Cortese Doc, con la volontà di un prodotto di solo vino piemontese. Per l’uso del Moscato d’Asti in tale produzione, l’azienda Toso – specializzata in Spumanti e liquori – ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione da parte del Consorzio dell’Asti, responsabile della tutela di tale denominazione. Il ruolo di protagonista principale delle erbe aromatizzanti è affidato all’assenzio piemontese (Artemisia absinthium), utilizzato – come dice il decreto di regolamentazione – con le sole sommità fiorite, dopo che le piante sono state sottoposte all’operazione manuale di “sbrollamento”, ovvero il prelievo delle sommità fiorite essiccate. L’infusione delle sommità fiorite dell’assenzio è stata realizzata in vino bianco a base Cortese, sistema di grande efficacia per trasferire nel prodotto finito non solo la nota olfattiva, ma anche la preziosa sensazione di amaricante, con un metodo del tutto naturale (privo di componenti artificiali, come il chinino), che conserva integra la nota nitida di amaro derivante dall’assenzio, conservando al contempo una caratteristica percezione fiorita, persistente e mai aggressiva.