(di Bernardo Pasquali). Sol2Expo termina oggi tra i padiglioni della Fiera di Verona. Bisogna dare atto che lo spostamento da Vinitaly e la sua anticipazione di circa un mese, è stata coraggiosa ma condivisibile. Il mercato dell’Olio Evo italiano è in continua crescita sia per quanto riguarda le vendite interne ma, soprattutto, per quanto riguarda il suo posizionamento sui mercati esteri. Il valore intrinseco dell’Olio Evo italiano passa da 4-5€/kg del 2020 ai 9-11 €(kg del 2024 e il suo trend di crescita rimane costante anche quest’anno.
Con Sol2Expo la scelta di un palco dedicato che deve crescere
Sl2Expo ora che si è dato uno spazio privilegiato, senza vivere all’ombra del Vinitaly, avrà la possibilità di emergere e crescere, sia nell’opinione pubblica e nel consumatore, soprattutto nell’interesse professionale degli operatori nazionali ed esteri. Se vogliamo trovare un difetto a questa edizione, è la scarsa o poco efficace comunicazione che è stata intraprese, vista la rivoluzione dell’edizione a se stante. Ma, ci sta, è anche la prima volta e da qui si può solo che migliorare e ripartire con idee più chiare e strategie più efficaci.
Se, da una parte, a Sol2Expo, il valore degli eventi di approfondimento, studio e ricerca, sono stati di grande spessore e valore per l’intera filiera, si sono visti troppi e per lungo tempo banchi vuoti. Sarà proprio da qui, dunque, da una più chiara e filtrante comunicazione su cui si dovrà puntare per la prossima edizione.
L’olio Evo italiano conquista i palati anglosassoni
I cambiamenti epocali che stanno accompagnando l’umanità, passano anche da un atteggiamento profondamente diverso, per quanto riguarda la nutrizione e la cura del proprio benessere corporeo. Il passaggio dai grassi saturi agli oli, è un fattore che possiamo notare in tutte le culture, anche le più ortodosse, come quella francese. La Germania, in primis, ha dato il via, in Europa a questo cambiamento e in poco tempo è riuscita a diventare il mercato europeo più importante per quanto riguarda i consumi e le importazioni.
Gli USA, mediati anche dalle grandi comunità italiane, insediatesi da più di un secolo nelle città più importanti come Chicago, New York, Boston, Baltimora, Pittsburg, Philadelphia, ecc…, hanno importato l’essenza della cucina italiana e della dieta mediterranea che, nulla può, in assenza dell’Olio EVO.
A Sol2Expo, lo studio di Nomisma, evidenzia che per quanto riguarda l’export, grazie a una domanda stabile e all’aumento dei prezzi all’export, nei primi dieci mesi del 2024 l’olio extravergine d’oliva italiano ha continuato a mostrare performance positive, mettendo a segno una crescita del 52,5% a valore (per un consuntivo tra gennaio e ottobre di 2,116 miliardi di euro) e del 5,4% a volume sul pari periodo 2023.
La “Ville lumiere” si colora di verde oro
Remi, lo chef topolino del film Ratatouille, ad un certo punto dice che, le tre caratteristiche della cucina francese sono: burro, burro e ancora burro. Eppure qualcosa cambia, nelle grandi città e, soprattutto tra le tavole della capitale, Parigi, il mercato degli oli mediterranei, (pochi francesi, molti spagnoli e sempre più italiani), si sta guadagnando sempre più spazio. La cucina lo eleva a star incondizionata di molti piatti e penetra tra le intenzioni delle nuove generazioni.
Sempre secondo l’indagine commissionata a Nomina da Sol2Expo, i dati confermano che la stessa cosa succede in Germania; Lì, più che il burro, valeva anche lo strutto o altri grassi animali, come in molti paesi nordici. Si è visto negli anni un aumento senza freni del consumo di Olio EVO, molto di provenienza italiana, per soddisfare le forti inclinazioni degli ultimi anni, verso una cucina più salutistica e meno incline al consumo di colesterolo. Oggi in Germania la passione verso l’Olio EVO trasborda di interesse, con corsi e scuole di formazione, oleoteche e rivoluzionarie carte oli nei migliori ristoranti del Bundeslander.
Da Sol2Expo l’esaltazione delle DOP e il valore del biologico
Sol2Expo, ha ancora di più, se ce ne fosse stato bisogno, posto al centro della strategia di posizionamento dell’Olio Evo italiano, il concetto di DOP (Denominazione di Origine Protetta). A orientare l’acquisto di olio Evo, prima ancora del prezzo (prima motivazione per il 18%) e della fedeltà al brand (15%), sono sempre più le indicazioni di origine, importanti per 4 consumatori su 10, attenti sia alla provenienza made in Italy (29%) che alla presenza di certificazioni Dop/Igp (15%).
Mai come nel mondo dell’Olio EVO, il valore del Bio è discriminante. Il consumatore percepisce l’Olio come un bene della natura più pura e genuina, pertanto ne ricerca la salubrità, anche nella sua valorizzazione agronomica, produttiva. Sol2Expo ne evidenzia il significato. Il Bio non solo migliora le performance di valore specifico del prodotto finale ma convince il popolo dei consumatori.
Da Sol2Expo, i messaggi sono molteplici e molti sono positivi e confortanti e derivano tutti dal continuo aumento del consumo e dal miglioramento della conoscenza e consapevolezza, da parte del consumatore, del valore del prodotto finale. Per quanto riguarda l’export, grazie a una domanda stabile e all’aumento dei prezzi all’export, nei primi dieci mesi del 2024 l’olio extravergine d’oliva italiano ha continuato a mostrare performance positive, mettendo a segno una crescita del 52,5% a valore (per un consuntivo tra gennaio e ottobre di 2,116 miliardi di euro) e del 5,4% a volume sul pari periodo 2023.