Con un fatturato complessivo di 521 milioni di euro, più 6% sul 2015, il Conegliano Valdobbiadene continua la sua marcia sui mercati, spingendo sempre di più l’acceleratore sulla “sostenibilità” ambientale della produzione. «Il Conegliano Valdobbiadene è una terra ricca di valore e bellezza da preservare e gestire con cura e attenzione” – dichiara Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG – “Il Rapporto annuale stilato come di consueto dal Centro Studi di Distretto e dal Cirve dimostra che i coltivatori e i produttori di questa terra stanno lavorando con impegno proprio in questa direzione. Oltre ai dati più che soddisfacenti del biologico del 2016 e alle adesioni consistenti delle aziende ai progetti di tutela ambientale promossi dal Consorzio, viviamo con grande soddisfazione anche i dati economici del 2017 che registrano circa 93 milioni di bottiglie vendute entro la fine dell’anno. Infine“ prosegue il Presidente Nardi, “il coronamento del nostro impegno che si esprime attraverso la crescita a valore, che nel 2017 si attesta intorno a un fatturato di 521 milioni di euro, ovvero +6% rispetto al 2015“.
«Considerato il totale della produzione di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG l’84% è prodotto seguendo le indicazioni del Protocollo Viticolo per la difesa integrata della vite – dichiara Vasco Boatto, Professore Ordinario Università di Padova e Responsabile Centro Studi di Distretto -. Oltre al Protocollo Viticolo sono stati promossi e finanziati altri progetti di cui possiamo leggere risultati incoraggianti. Oltre al vino prodotto seguendo il Protocollo, il 13% è prodotto secondo i dettami della lotta integrata e il 3% secondo i paradigmi produttivi del biologico, biodinamico e protocolli di sostenibilità».
Nel 2016 il numero di imprese che imbottigliano Spumante Docg biologico risultano in aumento del 20% rispetto al 2015. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg biologico ha dimostrato una forte crescita a valore (+37%) e a volume (+32%). Il biologico è cresciuto soprattutto nel mercato italiano con una quota di oltre il 50% a volume. Sui mercati esteri, si registrano performance altrettanto interessanti. In particolare, la Germania si conferma la prima nazionale importatrice con il 34% della quota a valore, mostrando un +6% in termini assoluti sul 2015. Tra i principali importatori seguono, per rilevanza: UK (19% a volume); la Svizzera, con una quota del 15% a valore; gli USA, con il 12% della quota a valore e una crescita del 74%.
Proseguendo nell’analisi degli approcci “sostenibili” delle aziende della Denominazione, si registra una crescita del coinvolgimento delle imprese Docg in interventi di sistemazione idraulico-agraria del terreno e volti alla preservazione degli elementi di pregio del paesaggio vitivinicolo, raggiungendo le 69 unità al 2016 (pari a un aumento del 9% sul 2011). Al 2016 questo cambiamento è stato accompagnato dall’incremento del numero di interventi di restauro e mantenimento del patrimonio architettonico locale (+31% rispetto al 2011), vedendo la partecipazione di 48 imprese Docg.
Di particolare interesse è il dato sulla piantumazione in prossimità dei vigneti, di nuove formazioni di alberi ed essenze arbustive volte ad arricchire la biodiversità del paesaggio e dell’ecosistema viticolo, (pari al 27% circa). Questi nuovi investimenti hanno portato anche all’impianto di siepi, che esercitano, oltre al ruolo di mitigazione della deriva dei prodotti antiparassitari, un maggior livello di tutela del paesaggio e di riserva dell’entomofauna utile. Queste ultime azioni hanno visto la partecipazione del 22% di imprese Docg.
Per quanto riguarda invece gli investimenti in risorse energetiche rinnovabili, nel 2016 sono stati affrontati da 84 aziende spumantistiche, pari a un aumento del 30% nel periodo analizzato (2011-2016).
Gli investimenti nelle altre fonti energetiche rinnovabili (che comprendono, ad esempio, quelli in centrali idroelettriche, solare termico, ecc.) hanno risparmiato all’ambiente circostante l’emissione di alcune migliaia di tonnellate di anidride carbonica e di circa un quarto dell’energia elettrica necessaria al processo produttivo.
Sempre più imprese spumantistiche Docg (ormai siamo a 108 aziende pari a circa l’81%) adottano metodi di riciclo dei materiali di scarto della produzione in vigneto. Grazie a questo incremento, la partecipazione aziendale in queste azioni, misurata rispetto al 2011, è stata contrassegnata da un ulteriore aumento (+16%).
Al 2016, quasi il 90% delle aziende Docg riutilizza i sottoprodotti della trasformazione dell’uva (raspi, vinacce, fecce, ecc.) in vigneto come ammendanti nella fertilizzazione del terreno, fornendo così un contributo al mantenimento della sua peculiare natura.
I sarmenti sono utilizzati per finalità energetiche nel 20% delle imprese Docg, mentre nel 15% sono utilizzati per l’ottenimento di compost in combinazione con vinacce.
Nell’ambito della sostenibilità in cantina, sempre più imprese spumantistiche Docg dichiarano di impegnarsi su questo fronte, raggiungendo, al 2016, le 130 unità (pari al 72% del totale). Rispetto al 2015, tra le pratiche di cantina, si registra un aumento del coinvolgimento delle case spumantistiche Docg nel riutilizzo delle acque di cantina ai fini della fertirrigazione dei vigneti (+26%) e di altre pratiche eco-sostenibili. Infine per quanto riguarda la fase finale della produzione, si nota un lavoro di miglioramento dei packaging, sempre più eco-sostenibili (+14%), per un totale, al 2016, di 44 imprese spumantistiche Docg su 181 (24% circa del totale). In particolare, dall’esame dei risultati ponderato sulla produzione Docg in bottiglia, si evidenzia che: il 73% è confezionata con vetro alleggerito e/o costruita con vetro riciclato; il 36% prevede la chiusura con capsule che utilizzano vernici all’acqua, si provvede al riciclo dei tappi e altri materiali; il 22% circa utilizza etichette ultrasottili, prodotte con carta FSC; il 48% circa consta di cartoni /imballaggi biodegradabili e/o più leggeri e/o meno ingombranti.