(di Elisabetta Tosi) «Da molto tempo la nostra famiglia desiderava costruire una nuova realtà aziendale. In oltre 10 anni abbiamo valutato molti progetti, sistematicamente scartati perché c’era sempre qualcosa che non ci convinceva. Finché nel 2014 una combinazione fortuita di eventi – quali l’acquisizione del fondo dove oggi è sita la cantina e l’incontro con l’architetto Moreno Zurlo dello Studio Acme – hanno permesso che il nostro sogno si avverasse». E’ con semplicità ed emozione che Andrea Pieropan introduce i numerosi ospiti alla nuova cantina dedicata a suo padre, Leonildo Pieropan, inaugurata nei giorni scorsi scorsi a Soave.
Un’opera sognata per anni e dall’altrettanto lunga realizzazione: ben sei anni di cantiere ma, come ha spiegato lo stesso arch. Zurlo, “dove c’è qualità, ci dev’essere qualità, mi diceva sempre Leonildo”: nei materiali, nelle forme, nel progetto in armonia con l’ambiente circostante, nella cura maniacale per ogni singolo dettaglio, sia tecnico che estetico. Per quanto la nuova cantina Pieropan possa apparire imponente da terra, dato che si sviluppa su 10 mila mq, basta salire sulle colline circostanti per accorgersi che quasi sparisce alla vista: i volumi principali si sviluppano sottoterra, il tetto si mimetizza sotto un vigneto. L’utilizzo di pietre locali (come la facciata in pietra calcarea di Venezia), la coibentazione che permette di mantenere le temperature stabili tutto l’anno e un innovativo sistema di recupero delle acque piovane sono le soluzioni che coniugano l’efficienza richiesta da un sito produttivo alla sostenibilità. Gli ampi spazi destinati all’accoglienza e a ospitare anche mostre d’arte, corsi sul vino ed eventi culturali testimoniano un’apertura al pubblico che vuol fare di questa cantina una delle mete enoturistiche più significative del territorio.
In occasione di questa importante giornata di festa per la loro famiglia, Andrea, Dario e la madre Teresita Pieropan hanno presentato anche un nuovo vino, “Calvarino 5”, un blend di cinque annate – 2008, 2009, 2010,2011,2012 -; praticamente un riassunto del loro celebre vigneto omonimo. «Il Calvarino 5 è un progetto iniziato da me e papà – racconta Dario Pieropan, enologo – Eravamo curiosi di vedere che cosa succedeva mettendo insieme più annate, perciò negli anni abbiamo iniziato a conservare alcune annate in cantina, facendole sostare in serbatoi e in piccole vasche». Il risultato è un vino sfaccettato, con note di frutta gialla matura e un accenno di idrocarburi al naso, gusto rotondo che ricorda le spezie dolci, i fiori di sambuco e le mandorle nel finale.
Calvarino 5” rappresenta il primo vino della nuova collezione “Vini dell’Anima”, una serie di bottiglie dalle caratteristiche uniche che verrano realizzate nei prossimi anni: «La nuova cantina e i grandi progetti che la mia famiglia sta portando avanti sono il nostro modo di ricordare Leonildo – ha detto Teresita Pieropan – Per questo abbiamo scelto il Calvarino per l’inaugurazione della cantina; era infatti nel vigneto Calvarino che Leonildo ha appreso l’amore e il rispetto per la terra, trasmesso ai figli che continuano oggi la sua opera. La cantina è un omaggio a ciò che lui ha rappresentato, non solo per lo stile inconfondibile dei suoi vini, ma anche per l’esempio di coerenza e dedizione che ci ha lasciato. La sua grande attenzione per il dettaglio, la meticolosità e l’amore per il bello vivono oggi nella nuova realtà e ciò rimarrà un lascito indelebile per le generazioni future».