(di Bernardo Pasquali) Se l’Epifania tutte le feste porta via, la storia ci ha regalato il Carnevale prima della Quaresima e il tempo della penitenza. Oggi queste delimitazioni temporali tradizionali non sono più così bene definite ma il tempo del Carnevale rimane ancora un periodo amato tantissimo dai bambini alle persone più anziane. Il Veneto è una delle regioni dove il Carnevale è più iconico, dalla maschera più antica d’Italia, il Papà del Gnoco, fino ad arrivare a sua maestà il Carnevalòn de Venessia.

Ed ecco proliferare sulle tavole di tutte le famiglie e sui banconi delle pasticcerie, tutte le varie tipologie di frittelle e dolci tipici di questo tempo. Per lo più fritti, frìtoe, favette, galani e morbide venessiane farcite. Per questi dolci goduriosi quali vini sarebbe meglio mettere in tavola?

Il Veneto e la pedemontana veneta producono i vini ideali per questi dolci. Sono tutti provenienti da pratiche antiche di appassimento delle uve bianche. Partiamo dal più occidentale, il passito di Lugana prodotto con le uve Turbiana in purezza che offre sensazioni esotiche e sapidità saline, poi arriviamo a Custoza e qui con la Garganega e la Bianca Fernanda si ottengono passiti floreali dotati di grande freschezza; arriviamo nel regno del Recioto di Soave dove la Garganega dorata offre vini passiti di grande aromaticità e complessità; lì vicino il Vin Santo di Brognoligo, raro ed esotico, e il passito di Durella sulle terre vulcaniche del Monte Calvarina.

Si passa quindi dal Vin Santo di Gambellara, opera d’arte a base di Garganega appassita sui picài che eleva il Recioto dello stesso territorio; più in su verso l’alto vicentino il Torcolato di Breganze oro giallo a base di Vespaiola.

Per finire come non ricordare il Torchiato di Fregona, oltre le colline del Prosecco con antiche uve appassite di Glera, Verdiso e Boschera.