La Fondazione Enpaia (l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura) e il CENSIS hanno presentato stamane il 3° numero dell’Osservatorio del mondo agricolo, dal titolo “La riscoperta dell’agricoltura nella youth economy”. Lo studio fotografa il nuovo rapporto dei giovani con la terra, con la produzione e il consumo del cibo, con l’impresa e il lavoro in agricoltura. Nell’Italia post Covid-19 sono loro i veri protagonisti del futuro: i Millennial, nati tra metà degli anni Ottanta e metà del decennio successivo e la Generazione Z, nata tra metà degli anni Novanta e metà degli anni Zero. Pronti a rilanciare i valori di un’agricoltura sostenibile nel perimetro della youth economy dopo l’esperienza dell’emergenza sanitaria.
Agricoltura protagonista nel futuro post Covid-19
Per 9 giovani su 10 sostenibilità ambientale e lotta al riscaldamento globale sono le priorità nell’agenda italiana del futuro prossimo e l’agricoltura, in particolare, è il settore che prima e meglio degli altri ha interpretato queste urgenze. Per il 60% della GenZ (composta dai 15-24enni), infatti, gli agricoltori hanno operato per rendere la filiera del cibo sostenibile, il 48% per i Millennial. Agricoltura sostenibile per i giovani significa anche concrete opportunità lavorative, con l’88,7% convinto che sia possibile creare occupazione di qualità, con valori che arrivano all’89,5% tra i giovanissimi della GenZ. Per il 51,7% dei giovani il settore agricolo si rilancerà prima degli altri nel post Covid-19 e per l’82% – è l’l’85% nella GenZ – questa ripresa sarà decisiva in altri ambiti oggi in difficoltà, come il turismo e la filiera del food. Le nuove generazioni, insomma, riscoprono l’agricoltura e non è un caso se tra le imprese agricole nate nell’ultimo decennio l’11,3% abbia un titolare giovane, pronto a scommettere sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei sistemi di produzione.
Sostenibili e digitali, giovani ma pronti a soffrire
Oggi il 60,2% dei giovani è convinto che il percorso verso lo sviluppo nel dopo pandemia sarà lungo e difficile, perché “il colpo subito è stato duro e ci ritroveremo con i soliti problemi aggravati”. Ad esserne più sicuri sono i Millennial (63,8%), scottati in prima persona dalla crisi del 2008. Pur abituati a vivere e lavorare in un ambiente ostico, i giovani mostrano tuttavia un’inattesa tenacia nel voler stare in partita e l’89,8% ritiene che per questa fase lo stato d’animo appropriato sia essere orientato allo sforzo per realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi. Non sorprende, allora, che quasi il 91,7% dei giovani italiani sia favorevole a dare aiuti alle imprese agricole che scelgono di investire nelle tante forme di sostenibilità ambientale, coerenti con nuovi stili di vita più digital e aperti a un’economia di tipo circolare. L’agricoltura praticata dai giovani in questi anni è ad alta intensità di tecnologie e le aziende hanno saputo valorizzare le opportunità dell’Ict. Diventa una necessità, pertanto, puntare sull’innovazione tecnologica per aiutare il mondo rurale nel suo sviluppo.
Verso l’Agricoltura 4.0: meno sprechi e una società più forte
Per i giovani, la sostenibilità resta il criterio regolatore per eccellenza di economia e società. Pensando al post Covid-19, infatti, emerge che il 62,8% farà più attenzione a ridurre gli sprechi, con quote analoghe tra GenZ (60,7%) e Millennial (63,5%); il 46,4% farà la raccolta differenziata per i rifiuti, mentre il 32,2% acquisterà prodotti locali, a km zero, per limitare l’inquinamento; il 32,1%, poi, eviterà acquisti di prodotti in plastica (è il 43,8% tra la GenZ e il 27,9% tra i Millennial).
Sono alte le quote di giovani che invece non hanno fiducia in istituzioni di vario tipo: è così per partiti politici (78% GenZ, 75% Millennial, ed è l’81% nel totale popolazione), amministrazioni locali (62% GenZ, 61% Millennial ed è il 64% nella popolazione), Pubblica amministrazione (61% GenZ, 61% Millennial ed è il 68% sul totale della popolazione), Ue (48% GenZ, 56% Millennial ed è il 61% sul totale della popolazione) e media (50% GenZ, 54% Millennial ed è il 60% sul totale della popolazione). Il lavoro è la grande incertezza per i giovani italiani: il 43,3% di chi un lavoro ce l’ha teme di perderlo, con un grado di incertezza superiore addirittura a quella legata ai rischi sulla salute (il 34,5%). Infine, la grande maggioranza di GenZ (82%) e Millennial (81%) ritiene che la competizione sui mercati debba contemperarsi con una buona protezione sociale.
Secondo il Presidente della Fondazione Enpaia, Giorgio Piazza: “I dati dell’Osservatorio dimostrano ancora una volta come il settore agricolo costituisca un asset strategico per l’economia nazionale e per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese. L’agroalimentare è il settore del futuro e sarà il traino per la ripresa economica del Paese post pandemia. A mio avviso – aggiunge Piazza – sono tre i cardini su cui puntare: innovazione tecnologica, sostenibilità e giovani. Soprattutto bisognerà sostenere concretamente questi ultimi, convinti che il percorso post Covid sarà lungo e difficile, ma al tempo stesso determinati nel realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi. Stabilità del lavoro e protezioni sociali costituiscono le maggiori incertezze delle nuove generazioni, ma anche il terreno su cui verranno misurate le istituzioni e la rappresentanza politica”.
Per il Presidente del CENSIS, Giuseppe De Rita: “Per tornare a crescere non basteranno Stato, piani dall’alto e tanti soldi: fondamentale sarà stimolare la voglia di fare impresa degli italiani combattendo la tentazione psichica ad accucciarsi, a valutare il rischio come minaccia e a cercar sempre e solo protezione. Ecco perché i giovani sono pronti a giocarsela in agricoltura, sono un esempio concreto di come ripartire dal basso, dalla voglia di fare delle persone. Su questo è importante puntare, tutto il resto, inclusi i piani con tanti finanziamenti, servono d’aiuto”.