(di Bernardo Pasquali) “Moltissimi ristoratori, aspetteranno giugno o luglio e poi decideranno se tenere aperta la struttura o chiudere per sempre”. Altro che aprire subito, il 18 maggio o il primo giugno. Marco Scandogliero, Miglior Sommelier AIS del Veneto 2016 e patron, con il papà Tiziano, del Ristorante Le 4 Ciacole e del locale l’Imbottito de le 4 Ciacole in centro, è uno dei promotori della grande manifestazione che si tiene oggi a Verona; non usa mezzi termini. “non è una questione di date è una questione di rispetto e responsabilità”.
Alle ore 11.00 i commercianti, gli imprenditori del settore turismo-terziario, gli albergatori, i cittadini, gli esercenti in concerto al Gruppo Ristoratori Veronesi, l’Associazione Locatori Turistici Verona e la Corporazione Esercenti Centro Storico Verona, si metteranno davanti i loro negozi con il cartello che si vede in foto di copertina: #nonstandandotuttobene. Verranno letti gli otto punti che rappresentano le richieste impellenti al Governo e poi con un cordone umano, si consegnerà una grande chiave di tre metri al Prefetto. “Sono tutte le chiavi dei nostri locali – continua Scandogliero. “La manifestazione è sostenuta anche dal nostro Assessore al Commercio Zavarise che lo porterà al Governatore Zaia. Lo sanno anche loro che, per aprire, ci devono essere i presupposti economici e corretti strumenti finanziari di appoggio.”.
Marco Scandogliero ci spiega la grande delusione che sta vivendo in questo periodo dove sembra che tutto debba andare bene solo perché si riapre ma, afferma, “ci stanno dicendo una grande quantità di bugie che, in televisione, non verranno mai svelate. Se vi dicessi che nessuno dei miei dipendenti ha ancora ricevuto la Cassa Integrazione? Non parlo dei soldi. Non ci sono ancora arrivate le ricevute dalla Regione con l’accettazione della CIG. Questo perché lo Stato ha voluto coinvolgere i sindacati e quindi avviare, per legge, una burocrazia immane che prevede che sia vagliata, da parte loro, una ad una, ogni domanda avviata. Una cosa pazzesca!”.
Ma non si è detto che le banche avranno il compito di anticipare le Casse Integrazioni proprio per non subire questi lunghi ritardi?
“Certo – dice infastidito Scandogliero – Ho mandato i miei ragazzi in banca. Sa quali sono state le risposte? All’inizio: “non abbiamo ancora ricevuto alcuna direttiva”; dopo giorni e le nostre proteste le banche hanno detto che avrebbero anticipato i soldi, presentando l’accettazione della domanda di CIG, il modello S41, ma, abbiamo risposto, che è proprio per evitare quello che si chiede l’anticipo. Poi allora ci hanno chiesto solo le ricevute di invio del modello. Alla fine hanno dato ai miei ragazzi dei documenti da far firmare ai titolari degli esercizi. Ebbene sa cosa mi fa firmare la banca? Una garanzia! L’INPS, non accetterà o ritarderà la CIG sarò io come azienda a pagare l’anticipo dato ai dipendenti. Purtroppo le banche non si fidano di questo Stato!”.
Quindi che senso ha che si cerchi di anticipare la riapertura di bar e ristoranti?
“Come dicevo prima non ha alcun senso se non ci sono i presupposti economici per farlo. Noi siamo imprenditori e fare impresa significa fare un piano di fattibilità. Ma se noi riapriamo, anche fosse il 18 maggio, noi avremo tutti i dipendenti che torneranno in conto alle attività, devi pagare tutti i pregressi, tutti gli affitti, e tutti i fornitori che purtroppo non siamo riusciti a pagare. Ci dicono che toglieranno le tasse. Non è sufficiente togliere l’IVA. Per forza devono levare l’anticipo IVA. Come possono chiedermelo su una attività che non si è svolta?”.
Le otto richieste vengono presentate al Prefetto proprio per far si che tutti si acceleri. Per farle arrivare il prima possibile a Roma.
“I sette punti devono essere rispettati domani non tra un anno a Roma. Se saltiamo noi salta una parte dell’economia italiana, il cui indotto, rappresenta il 65% del pil. Se saltiamo per aria noi saltano macellai, ortolani, salumieri, casari ecc…Si sta trattando superficialmente la problematica legata al mondo dell’Ho.Re.Ca. Non ci sono imprenditori specialisti del settore nel Comitato tecnico Scientifico e si vede. Ci saranno poi tante spese per la sanificazione, mascherine, guanti, addirittura calzascarpe. Tavoli distanziati due metri, a tavola uno ogni metro e nei bar un cliente ogni 40 metri. Il mio locale a Verona, di 100mq, se lo utilizzassi come bar, potrebbe contenere solo due persone.”.
Speriamo che la manifestazione rimanga nell’ambito della protesta pacifica, anche se Scandoliero, conoscendo l’esasperazione dei proprietari di attività della ristorazione, è preoccupato che sfoci in una protesta di piazza perché, sono, cito testualmente, “incazzati di brutto”.
Ecco gli otto punti che saranno inviati al Governo.
- L’estensione, almeno fino al 31/12/2020, degli strumenti “Cassa Integrazione” e “Fondo d’Integrazione”, periodo ritenuto necessario a garantire la sicurezza economica delle nostre attività ed un reddito sicuro ai nostri collaboratori fino al ristabilirsi di un sufficiente volume d’affari.
- Aiuti alle aziende del comparto a FONDO PERDUTO anziché a GARANZIA DELLO STATO per evitare un ulteriore ed insostenibile indebitamento delle stesse.
- Linee guida precise ed urgenti da far pervenire agli istituti di credito per rimettere liquidità nelle aziende evitando quanto più possibile fatali prolungamenti burocratici nel processo di delibera.
- Aumentare le disponibilità economiche delle amministrazioni locali e le loro facoltà di azione ondefavorirle nel processo di alleggerimento e sospensione di imposte e tributi locali.
- Garantire un aiuto fiscale immediato ai locatori immobiliari, legandolo alla rimodulazione del canonedi locazione corrisposto dai locatori.
- Chiarire le modalità di accesso all’anticipazione della CIG non essendo mai divenuto operativo,causa la mancanza di direttive precise, l’accordo concluso fra ABI, Sindacati e Regione cheprevedeva la possibilità di chiedere tale anticipazione al proprio istituto di credito se aderente.
- Portare il Dilazionamento del periodo di ammortamento dei finanziamenti alla soglia di anni Trenta.
- La revisione, in concerto con le associazioni di categoria, delle norme sanitarie e di distanziamento sociale attualmente vigenti.
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