Un pranzo in trasferta, per fare conoscere anche a Milano la realtà virtuosa del Tortellante, associazione che insegna a giovani autistici a produrre pasta fresca. Oggi erano quasi in cento, giornalisti e non, i commensali al Refettorio Ambrosiano per “Il Tortellino nel piatto della solidarietà”; i ragazzi dell’associazione hanno cucinato e servito tortellini per tutti, sotto una guida d’eccezione, lo chef Massimo Bottura, sostenitore della manifestazione fin dalla sua nascita. L’iniziativa è stata resa possibile da BPER Banca

Tortellini alla crema di Parmigiano: è la portata principale – vero emblema della cultura gastronomica modenese – servita oggi ai quasi cento commensali presenti al Refettorio Ambrosiano di Milano per “Il Tortellino nel piatto della solidarietà”. Si tratta di tortellini molto speciali: non solo arrivano direttamente da Modena, ma sono stati preparati e serviti dai ragazzi del Tortellante, il laboratorio didattico di pasta fresca dove ragazzi delle scuole superiori e giovani con autismo possono cimentarsi in cucina con l’aiuto delle “sfogline”.

Lo chef Massimo Bottura, ambasciatore e mentore dell’associazione, ha fatto gli onori di casa, presentando un progetto che guarda avanti e utilizza le risorse particolari di cui sono dotati questi ragazzi per farne un mezzo di inclusione sociale, e per offrire loro la possibilità, in futuro, di affacciarsi con autonomia e dignità al mondo del lavoro. “I miei ragazzi ed io siamo usciti dalle nostre cucine e siamo venuti qui a comunicare cosa deve essere la cultura, la coscienza e il senso di resposabilità del cuoco nel 2019, che è molto di più della somma delle sue ricette – sottolinea Bottura – Proprio in questo luogo per me magico, il Refettorio Ambrosiano, quattro anni fa è nato il grande progetto delle mense comunitarie intorno al mondo, dove chef rinomati trasformano le eccedenze alimentari in pasti per i bisognosi. Attraverso queste esperienze stiamo imparando che condividere un pasto è molto più che nutrire il corpo: è un gesto di inclusione e un atto d’amore. E anche quella del Tortellante è un’iniziativa che va un questa direzione: è un progetto che profuma di libertà e cambiamento, che affronta la disabilità in modo positivo, migliorando il futuro dei ragazzi e anche un po’ di tutti noi”.

Gian Enrico Venturini, Vice Direttore Generale di BPER Banca, ha ringraziato gli organizzatori e i ragazzi che hanno partecipato all’evento, e ha inoltre sottolineato: “Siamo particolarmente orgogliosi della partecipazione a “Il Tortellino nel piatto della solidarietà” perché è un’iniziativa che sintetizza e promuove al meglio alcuni dei valori a cui BPER Banca tiene in particolare. La cultura è uno di questi: il tortellino è di fatto simbolo della cucina emiliana, che è uno degli elementi più identitari della nostra Regione. Oggi però sono in primo piano anche sostegno ai giovani e solidarietà, principi per i quali dedichiamo da sempre energie particolari attraverso il supporto a tantissime iniziative in tutta Italia”.

Ideato nel 2016 dall’associazione “Aut Aut” nel centro emiliano, il Tortellante aiuta le persone affette da disturbo dello spettro autistico a crearsi una reale opportunità di occupazione, attraverso la produzione di un’eccellenza tipica modenese: tortellini e tagliatelle. Da novembre scorso l’associazione ha una nuova sede a Modena in centro storico, in una palazzina a due piani nell’ex Mercato Ortofrutticolo. L’edificio ospita al piano terra il laboratorio e al primo piano ha anche una parte residenziale, dove gli ospiti che frequentano il laboratorio (25 partecipanti, tra i 15 e i 25 anni) possono anche sperimentare, inizialmente per brevi periodi, la vita domestica e in gruppo al di fuori della famiglia di origine. Una concreta possibilità di vita sociale dove poter dare il proprio apporto.

Erika Coppelli, presidente “Il Tortellante” A.P.S. spiega che “l’idea è stata di mettere insieme ragazzi delle scuole medie superiori dai 14 ai 18 anni, giovani adulti con autismo dai 18 in su, famigliari, nonne, volontari e aziende che vogliono aderire a programmo socio-occupazionali intorno a un progetto comune di autonomia, sempre sotto il controllo di un comitato scientifico. Così è nata una comunità che produce pasta fresca secondo un modello sostenibile. Tutto si è svolto sotto la supervisione di un neuropsichiatra infantile, di due psicologhe e naturalmente sotto la regia di Massimo Bottura”.