Al via oggi 1 settembre la lunga vendemmia di Masi Agricola nei possedimenti di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino e Toscana. Ad annunciarlo il Gruppo Tecnico Masi, coordinato da Raffaele Boscaini, con un bollettino che evidenzia anche l’impatto climatico sull’annata 2017 nei propri vigneti. E se in Valpolicella, Bardolino e Veronese la maratona dovrà attendere ancora per 10 giorni circa, la raccolta per alcuni vitigni è già iniziata in Toscana (Canaiolo e Ciliegiolo), nel Valdobbiadene (Chardonnay) in Friuli (Pinot Grigio), in Trentino (Chardonnay e Pinot Nero per base spumante e Pinot Grigio).
Per Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola: “Gli estremi climatici registrati quest’anno evidenziano la necessità di accelerare sul fronte della ricerca in tema di varietà e portainnesti resistenti al calore e alla siccità. E’ indubbio, infatti, che sia in atto un cambiamento a livello globale, con ripercussioni anche sulla viticoltura. Per quanto ci riguarda la vendemmia 2017 ha messo in luce che le zone viticole storiche e tradizionali, come ad esempio la Valpolicella classica, hanno una capacità di resistenza alle avversità e ai cambiamenti metereologici maggiore rispetto ai vigneti delle zone di recente piantagione”.
Entrando nello specifico, c’è grande attesa nella Valpolicella classica. Dai primi rilievi, infatti, emerge che i vigneti Masi situati nell’area storica vocata alla produzione dei grandi Rossi veronesi – Amarone in primis – hanno ben tollerato l’anomala siccità di quest’anno. Per Corvina, Rondinella e Molinara, ma anche per l’Oseleta, si attende, quindi, un’annata interessante dal punto di vista qualitativo, con una produzione non abbondate.
Diversa la situazione sul Lago di Garda (Tenuta Canova a Lazise e zona del Bardolino classico), dove si prevede una buona vendemmia nonostante i danni da gelate tardive nel mese di aprile in alcune aree più basse che hanno ridotto la quantità. Ottime, invece, le condizioni di Garganega e Trebbiano nella zona del Soave; qui la tipica pergola veronese ha limitato gli effetti delle avversità metereologiche. Produzione scarsa ma buona nei vigneti Canevel in Valdobbiadene, zona storica del Prosecco superiore.
In Toscana, il caldo secco ha favorito la viticoltura biologica adottata nei “Poderi del Bello Ovile” di Serego Alighieri-Masi. E se fenomeni di gelo tardivo hanno condizionato la resa quantitativa di Canaiolo, Ciliegiolo e Sangiovese, il risultato qualitativo si preannuncia buono.
Raccolta già iniziata in Trentino, negli storici vigneti di Fojaneghe Bossi Fedrigotti. Qui le uve di Pinot Nero, Chardonnay per il Trentodoc Conte Federico e Pinot Grigio di Pian Del Griso si sono già rivelate in ottimo stato, sia dal punto di vista sanitario che per acidità e aroma. Bisognerà invece attendere settembre inoltrato per la vendemmia delle uve di Merlot, Cabernet Franc e Teroldego del Fojaneghe.
In Friuli sono in piena vendemmia Verduzzo e Pinot Grigio per il Masianco, Refosco non è ancora al via per il completamento della maturazione. Di certo la quantità sarà inferiore alla media a causa di gelate tardive.
“In sintesi un’annata climaticamente strana e anomala di cui non ho ricordo nei miei cinquant’anni di lavoro” – precisa Boscaini – “ma tutto sommato non negativa dal momento che le qualità in generale sono buone; scarsa purtroppo la quantità con percentuali di carenza anche notevolmente differenti da zona a zona rispetto ad un’annata media”.