Continua lo stato di grazia del Lugana, un vino che sta incontrando il gusto dei consumatori di tutto il mondo e che vede puntualmente sold out l’intera produzione. Sono state 15.120.133 le bottiglie del 2016, annata particolarmente pregiata, e di fatto nessuna delle 113 cantine che fanno parte della filiera ne ha ancora disponibili. Ragione in più per convincere gli appassionati a metterne da parte alcune, considerata la straordinaria capacità di invecchiare che contraddistingue questa DOC. «Lo scorso dicembre dichiarai come il 2016 fosse stato il nostro miglior anno in assoluto – commenta il presidente del Consorzio, Luca Formentini –, oggi sono costretto a ripetermi. Il successo che stiamo riscontrando non ci stupisce, perché è frutto di un’attenta strategia iniziata dai miei predecessori e portata avanti con grande serietà e con una visione di lungo periodo da tutti coloro che si sono avvicendati alla guida del Consorzio e da questo Direttivo. Ciò non significa pero che sia scontato o che si possa vivere di rendita. Per poter mantenere questi numeri e continuare a crescere è stato necessario l’impegno di tutti, non solo delle cantine ma anche dei 196 viticoltori che compongono la filiera del Lugana, e una continua disponibilità a mettersi in discussione per ascoltare le richieste dei consumatori, anche di mercati nuovi e diversi, sapendo però mantenere la forte identità che ci contraddistingue e che è il nostro punto di forza».
I numeri ufficiali 2016 parlano di 1.586 ettari coltivati in 5 comuni (Desenzano del Garda 36%, Pozzolengo 32%, Peschiera sul Garda 14%, Sirmione 10% e Lonato del Garda 9%), una produzione di uva di 182.450 quintali, di vino di 127.715 ettolitri, con un valore di produzione bottiglie pari a 66.528.585 € mentre il prezzo medio dell’uva ha raggiunto i 190 euro al quintale, record italiano per i bianchi. Un successo confermato dall’ingresso nella denominazione di uno dei più importanti player italiani del vino: Santa Margherita Gruppo Vinicolo.
«Se il Lugana fresco d’annata continua ad essere il volano della DOC (90% della produzione) le altre tipologie sono in crescita per popolarità e riscontro da parte degli estimatori – spiega Carlo Veronese, Direttore del Consorzio dal 2009 – . Superiore, Riserva, Vendemmia Tardiva e Spumante stanno regalando tante soddisfazioni ai produttori e le occasioni come quella odierna ci confermano come la vera fortuna di questo vino sia l’imprescindibile connubio di terroir con la Turbiana, assolutamente unico e irripetibile, che proprio in queste altre declinazioni e nelle vecchie annate riesce ad esprimere tutto il suo potenziale».