Un’annata che non ha risparmiato fatiche e sorprese, è certamente questo il filo conduttore della vendemmia 2017. In tutta Italia, infatti, le avversità climatiche hanno influito soprattutto sulla quantità di uve arrivate a maturazione, registrando un forte calo produttivo. A Roccafiore, tra i filari che abbracciano le colline di Todi, si traccia in questi giorni un bilancio della vendemmia 2017 che, come nel resto del Paese, ha avuto momenti complicati: «Sarà un anno che ricorderemo – commenta Luca Baccarelli – soprattutto per la gelata tardiva di aprile a cui è seguita è un’estate siccitosa. Sbalzi climatici che hanno anticipato di molto la vendemmia, da noi conclusa a fine agosto».
Una situazione particolare, che ha comportato un ph molto basso delle uve, garantendo però un’ottima acidità ai vini. «In compenso il clima del 2017 non ha reso necessario attuare troppi trattamenti in vigna – prosegue Baccarelli – fattore che ha determinato un minimo utilizzo di zolfo e rame». A Roccafiore sono infatti state raccolte uve sanissime ma ghiaccio e siccità hanno portato ad un calo di oltre il 50% della produzione, che nei mosti tocca addirittura il 60%. «Un’annata che, per la sua particolare avversità, ci ha portato a sperimentare tanto, in modo da avere basi molto diverse e versatili su cui lavorare – continua Baccarelli – . Questo è stato di certo difficile e sfidante, ma anche stimolante e ci garantisce un bel ventaglio di opzioni per mantenere elevati standard qualitativi anche in un’annata difficile».
Note positive arrivando infatti dai primi risultati in cantina, dove si segue passo passo l’evoluzione dei vini: «Ora che i bianchi e i rosati sono fermentati, e i rossi sono in via di sviluppo, possiamo dire che comunque il 2017 riserverà delle belle sorprese – sottolinea Baccarelli – soprattutto i rosati promettono molto bene, denotando già ora grandi potenzialità che ci rendono ottimisti per l’alta qualità dell’intera produzione».
Una vendemmia, quella del 2017, molto particolare, che ha ricordato sia ai produttori che ai consumatori quanto il clima possa influire con le produzioni agroalimentari: «La natura ogni tanto ama ricordarci che l’ultima parola non spetta a noi – conclude Luca Baccarelli – noi possiamo solo rispettarla ed interpretarla al meglio delle nostre possibilità».