Adesso è ufficiale. A circa 10 mesi dalla presentazione della candidatura, dopo circa quattro anni di lavoro, le colline terrazzate della Valpolicella, che accomunano un paesaggio formato da coltivazioni di vite secondo pratiche tradizionali, coltivazioni di olivo e ciliegio, prati arborati, contrade e borghi, oltre 100 ville venete e pievi antiche, sono state iscritte dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici, con decreto n. 328704 del 16 luglio 2021. Alla notizia dell’iscrizione, grande l’entusiasmo espresso da Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, capofila del progetto di candidatura, che ha visto partecipi i Comuni di Negrar, Marano, Fumane, San Pietro e Sant’Ambrogio, il Dipartimento di Economia Aziendale dell’l’Università di Verona e il GAL Baldo Lessinia.
Il sopralluogo. L’iscrizione era stata preannunciata informalmente in occasionedella presentazione on line avvenuta lunedì 31 maggio scorso alla presenza del Ministro all’Agricoltura Stefano Patuanelli e curatadall’architetto Chiara Zanoni, coordinatrice del progetto, dallo storico Giovanni Viviani eda Marina Valenti, che ha seguitoper la cantina cooperativa negrarese le varie fasi progettuali. L’impegno della cantina nel raggiungere l’importante traguardo è stato sostanziale, non ultima l’organizzazione del sopralluogo che ha avvallato l’iscrizione, avvenuto lo scorso 28 maggio e che ha visto la partecipazione degli ispettori incaricati dal Mipaaf per la verifica del sito, il professor Tiziano Tempesta, componente del comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio nazionale paesaggi rurali storici e Costanzo Massari della Direzione generale dello Sviluppo rurale del Mipaaf, accompagnati dall’architetto Chiara Zanoni, Marina Valenti, il vice sindaco di Negrar Fausto Rossignoli, Giovanni Viviani e Daniele Accordini, dg ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar. La piccola compagine (nella foto qui sopra) ha visitato i luoghi contraddistinti dalle peculiarità della zona, come le marogne a lisca di pesce, gli uliveti e la pieve di San Giorgio (VIII sec.)nel comune di Sant’Ambrogio, le colline coltivate a vigneti allevati a pergola veronese, tra cui si celano le ville storiche. Una volta proiettata la presentazione tecnica in cantina a Negrar alla presenza dei sindaci, il gruppo si è mosso verso il vigneto sperimentale di Jago che raccoglie i vitigni autoctoni, e poi verso Torbe e Santa Maria Valverde. Nel dossier di presentazione alla candidatura, sono state stilate anche le raccomandazioni inerenti all’importanza di contrastare nel territorio oggetto d’iscrizione a paesaggio rurale storico fenomeni di urbanizzazione e di modifica della forma di allevamento della vite, oltre a preservare le antiche pratiche di manutenzione delle marogne, perorando azioni e incentivi per la conservazione delle marogne stesse e per il mantenimento delle coltivazioni di olivo e ciliegio.
Iscritta la Valpolicella storica. Al riguardo, Accordini riferisce: “Il territorio iscritto dal Mipaaf, la cui commissione ha confrontato i dati dell’uso del suolo in Valpolicella nell’arco di 64 anni, dal 1954 al 2018, corrisponde al 66,75 per cento della Valpolicella classica, che coincide, in pratica, con la Valpolicella storica, in cui il paesaggio, dietro cui non c’è solo un valore economico ma bellezza, la fa da padrone. E dietro a un bel paesaggio, ci sono buon vino e buoni stili di vita, cose che tutti noi cerchiamo“.
Prossimo passo. “Raggiunto questo importante traguardo, il prossimo passo sarà quello di candidare la Valpolicella storica a sito patrimonio mondiale dell’agricoltura secondo il programma GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) avviato dalla FAO”, dichiara Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar.