(di Elisa Guizzo). La Razza Romagnola ha origini molto antiche, deriva dal Bos Tauris Macrocerus, un bovino
originario delle grandi steppe dell’Europa Centro-Orientale. L’arrivo in Italia dei bovini antenati
della Romagnola è databile intorno al IV secolo d.C. con l’invasione dei Longobardi guidati da
Agilulfo. Oggi l’allevamento di tale Razza è diffuso principalmente nelle province di: Bologna, Forlì-
Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro e Firenze.
Questo bovino si distingue per avere un notevole sviluppo muscolare e un’ottima robustezza
degli arti: corti e robusti. Il mantello è grigio-chiaro, tendente al bianco, le mucose e la cute sono
nere, le corna sono a forma di lira nella femmina e di semiluna nel maschio. Non eccelle in altezza,
è infatti più piccola della Chianina, le femmine arrivano mediamente a 1.50 cm al garrese, i tori
invece a 1.70 cm al garrese.
L’allevamento prevede il pascolo per circa 7 mesi, nel periodo invernale invece gli animali
rimangono in stalla. La Razza Romagnola è un’ottima utilizzatrice di foraggi e particolarmente
resistente ai climi avversi, elementi imprescindibili che la rendono adatta ad ogni tipologia di
pascolo.
Originariamente la Razza Romagnola era a duplice attitudine: carne e lavoro, considerata la
vera ricchezza degli agricoltori fino agli anni 50’, successivamente la selezione genetica ne ha
migliorato la produzione della carne.
Dal punto di vista nutrizionale la carne di Razza Romagnola è caratterizzata da un ridotto
contenuto di grasso e da un importante quantità di ferro e di proteine.
La Razza Romagnola, così come la Chianina e la Marchigiana, vanta del marchio IGP “Vitellone
Bianco dell’Appennino Centrale”, che certifica e garantisce la carne di queste tre razze bovine
italiane.
La sigla IGP (Indicazione, Geografica, Protetta) rappresenta un sistema tramite il quale l’Unione
Europea riconosce e protegge i prodotti agroalimentari di pregio, destinati all’alimentazione
umana. Il termine “Vitellone” fa riferimento all’età dei bovini: tra i 12 e 24 mesi, “Bianco” invece
si riferisce al colore del loro mantello, e infine “dell’Appennino Centrale” che ne designa
l’indicazione di origine, ovvero la zona dove Chianina, Marchigiana e Romagnola sono allevate
da oltre 1500 anni.
Il Consorzio di Tutela ”Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” costituito il 13/02/2003 e
ufficialmente riconosciuto con DM n. 62187 del 29/03/2004 svolge attività di tutela, vigilanza e
salvaguardia del marchio lungo tutta la filiera di produzione e di commercializzazione.
La Razza Romagnola vive oggi di un momento delicato, è evidente che non ha avuto la visibilità
che meritava, non si è fatta una valorizzazione commerciale efficiente a garantirne la notorietà,
quella di cui gode l’ormai indiscussa Chianina, elogiata dalla Fiorentina, mito gastronomico con il
quale si è creato un legame indissolubili.
A tutt’oggi gli allevamenti di Razza Romagnola si sono quasi del tutto dimezzati rispetto agli anni
passati, complici non solo la poca attività di valorizzazione ma anche il ricambio generazionale che
gli stessi hanno dovuto subire e all’attività di frutticoltura che si è intensificata nelle aree dedite
all’allevamento di questa razza. .
Comunicare la qualità significa innalzare le aspettative dei consumatori privilegiando la
specificità di tale Razza
E’ doveroso pertanto intervenire con delle operazioni di valorizzazione mirate: veri e propri
percorsi degustativi che coinvolgano direttamente allevatori e consumatori.
Gli allevatori sono i primi che devono tutelare i consumatori.