Veneti conoscitori attenti di etichette e denominazioni, oltre che appassionati enoturisti. Sfatato il mito del consumo, che è inferiore a quello nazionale.
È questo lo spaccato regionale che emerge dall’indagine Mercato Italia, gli Italiani e il vino realizzata da Vinitaly con l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor e presentata oggi alla Fiera di Verona in apertura della 53ª edizione del salone internazionale dedicato al vino e ai distillati e che traccia il profilo dell’approccio al vino e dello stato di salute del mercato interno del primo Paese produttore al mondo.
A sorpresa, i veneti che bevono vino sono in media meno degli italiani (84% vs 88%). E anche per volumi consumati non sono affatto superiori. Tuttavia, il winelover locale conosce più a fondo il vino rispetto ai connazionali: se in Italia è 1 su 4 a dichiarare una discreta conoscenza del mondo del vino in Veneto è al 31%, dichiarando di scegliere il criterio denominazioni (29% contro il 21% italiano) al momento dell’acquisto.

In regione si bevono meno rossi rispetto al resto della Penisola, in linea i bianchi, in gran spolvero gli sparkling, nettamente più consumati rispetto al campione nazionale. Inutile menzionare lo spritz, che in regione conquista 6 punti percentuali in più rispetto alla media italiana. Del resto, il mixato per eccellenza ha superato da tempo le calme acque della Laguna affermandosi ovunque, dalle Alpi allo Ionio come il re del fuori casa (e dell’aperitivo) e ormai un vero e proprio rito di iniziazione al vino per i palati più giovani.
Ultimo ma per questo non meno importante l’interesse dei veneti per le vacanze a tema vino: oltre 1 veneto su 4 (26 vs 23%) infatti ha fatto una vacanza in cantina, e a sua volta il territorio regionale è protagonista delle vacanze enologiche non solo tra i suoi abitanti: infatti, è la terza regione preferita dagli italiani dopo Toscana, che domina, e Piemonte.