(di Bernardo Pasquali). Il mercato del vino nella GDO italiana non è mai stato così controverso come negli ultimi anni. Le cause sono state molteplici e sicuramente la geopolitica ci ha messo molto del suo! Poi sono subentrati altri fenomeni, sviluppatisi soprattutto oltreoceano, negli States, come, ad esempio, in ambito giovanile il Damp Drinking e tutto l’approccio minimalista – salutistico avverso all’alcool. Il crollo dei consumi sui vini rossi è eclatante e ci sono addirittura zone mitiche della produzione francese, Bordeaux, che hanno visto stanziare dal loro governo circa 300 milioni di euro per espiantare oltre 3000 ettari e procedere a 200 milioni di dealcolazione sugli esuberi di cantina.

Nella GDO italiana giù i consumi su il valore!

I dati che emergono dallo Studio presentato da ISMEA è che dopo un marzo sottotono (nonostante l’anticipo della Pasqua), l’ultimo trimestre ha trascinato in negativo i saldi semestrali delle vendite con un complessivo -2,5% a volume, combinato disposto di un -3,4% di fermi e frizzanti (soprattutto nella componente rossa) e +4,2% degli spumanti. Nella GDO italiana questa crescita importante delle bollicine ha fatto si che compensasse le perdite dei vini fermi e portasse il controvalre complessivo a +0,6%. Una contrazione – sul fronte dei volumi – che porta il semestre al minimo storico dal pre-covid (-9,5% sul 2019), a conferma delle difficoltà di fermi e frizzanti (-13,5%) nell’ultimo quinquennio e della virata verso le bollicine, cresciute nel periodo del 33%.

Lo Spriz fai da te sostiene il consumo delle bollicine italiane della GDO italiana

Il fenomeno dello Spriz partito in massa dalle piazze gremite di Padova nella metà degli anni Novanta è diventato un fenomeno globale glamour ed economicamente sostanziale per i consumi delle bollicine mondiali charmat. Se prima esisteva il Prosecco in tutte le sue tipologie oggi arrivano nuovi prodotti charmat regionali per dare un tocco in più di territorialità ad un mix liquido decisamente anonimo. Anche la Francia si è arresa allo Spriz, e i vecchi cari Kir o Kir Royale non rimangono che in alcuni locali intransigenti e storici un pò demodè.

A trainare la spumantistica, anche nella GDO italiana, ormai da oltre un anno a questa parte, la crescita di quei prodotti Charmat non Prosecco che gli italiani sembrano aver scoperto come base ideale per farsi lo spritz a casa. Notevole l’ingresso di bollicine dall’estero e, in particolare di Cremant francesi con una progressione in particolare di quelli di Alsazia e Borgogna.

Il destocking di Pasqua trascina in basso le vendite anche delle bollicine

Focalizzando l’analisi sulle dinamiche del trimestre aprile-giugno gli acquisti di vino registrano una contrazione complessiva del 3,9% nei volumi a cui si accompagna anche una flessione del -2,7% della spesa. La novità del trimestre aprile-giugno è infatti un momentaneo affievolimento su base tendenziale della dinamica inflattiva, con i prezzi medi del totale vini e spumanti che registrano un timido +1,2% (contro il +5,6% di marzo) e le bollicine addirittura in flessione (-1,3%). Una battuta di arresto quella degli sparkling, probabilmente determinata, nella GDO italiana, dal destocking di prodotto non consumato a Pasqua, che si riflette anche sui volumi: se il tendenziale gennaio-marzo segnava un +11,7%, il confronto anno su anno del consuntivo aprile-giugno registra un -3,5%.

Biologici meglio dei convenzionali in crisi le DOP e IGP

Con l’arrivo dell’estate i conti dei rossi si fanno sempre più “rossi” nella GDO italiana: -5% il saldo volumico del semestre, contro -2% dei bianchi e un -1% dei rosati. Bianchi e rosati che entrando nella stagione da consumo incominciano a sentire pressioni verso l’alto dei prezzi medi, attestati a +5%. Interessante anche la dinamica dei biologici, per una volta meglio performanti rispetto ai vini convenzionali, probabilmente a causa di spinte sui prezzi più contenute, attorno a +2%.E se – per dell’Osservatorio Uiv-Ismea – l’inflazione continua a sostenere i vini comuni (+5% il prezzo medio, con -6% sui volumi venduti), sono i vini Dop e Igp a subire maggiori erosioni nelle vendite (attorno a -3%).