Per fortuna la campagna non tradisce. In questo momento ci si dedica al vigneto, anima e corpo, terminando le potature invernali, aprendo i terreni, concimando dove serve, così da porre le basi per la prossima stagione sul Vulture, antico vulcano spento. ” In cantina risentiamo i vini in affinamento e valutiamo con ancora più attenzione del passato. Senza l’ansia della commercializzazione immediata. La vigna è vita, il vino è vita e tutto passerà. Tutto andrà bene. Purtroppo questo maledetto virus è arrivato proprio nel momento nel quale si era pronti a partire per il mondo” commenta Fabio Mecca, uno dei più acclamati ed importanti winemaker italiani di Paternoster e enologo di punta del team del Gruppo Tommasi . “L’obiettivo era quello di raccontare le nuove annate, in particolare la 2019per i bianchi. Essendo vini pronti, avrebbero dato un grande impulso alle aziende ed avrebbero sancito l’importanza della vendemmia millesimo 2019. In questo momento pur difficile è importante continuare con la stessa determinazione ed ambizione. Quando tutto sarà finito” sottolinea Mecca “ il mondo avrà voglia e necessità di brindisi e noi dobbiamo essere pronti.”
L’annata 2019, a detta di molti, è stata una annata perfetta in quanto le piogge, che si sono protratte sino alla prima decade di giugno, nel Vulture, sono state fondamentali come riserva idrica. In più, racconta l’enologo “hanno allungato le epoche di maturazione. Infatti sul Vulture si è vendemmiato alla fine del mese di ottobre”.
“Alle prime degustazioni si evince tutta la complessità ed importanza della vendemmia. Il tannino è già morbido seppur potente – -sottolinea – nella base del Don Anselmo 2019 ora in legno. Il naso intenso, frutta rossa sotto spirito, pone in luce un sentore spiccato di cenere . In bocca è potente ed avvolgente”.