Della più antica maison di Champagne si sa praticamente tutto, così come delle sue enormi competenze e potenzialità nell’utilizzo dello Chardonnay grazie alla presenza dei suoi vigneti nei più bei Grand cru della Cote de Blancs e delle montagne di Reims. Completamente ricostruita dopo la prima guerra mondiale – la linea del fronte era a meno di un chilometro dalla sede centrale della cantina – ed entrata nell’orbita di Moet & Chandon alla fine degli Anni Sessanta, Ruinart (Frédéric Panaïotis, è lo chef de cave) resta un termine di paragone assoluto tanto per i produttori che per gli appassionati. Il millesimo 2007, sboccato nella primavera del 2019, vede il classico blend di Chardonnay provenienti al 75% dalla Cote de Blancs (Choully, Le Mesnil-su-Oger, Oger e Avize) con la quota parte proveniente dalle colline di Reims, versante nord (Sillery e Verzenay). Rispetto al millesimo 2006 cresce la percentuale della Cote de Blancs (allora era del 63%) con l’esclusione dei vigneti a Oger; altra differenza del millesimo l’utilizzo del Grand cru Verzenay al posto dei vigneti di Puisieulx.
Cambiamenti dettati dall’annata 2007 caratterizzata da un germogliamento precoce in primavera cui ha fatto seguito un inizio estate freddo e umido. Più di una grandinata ha danneggiato i vigneti, principalmente nella Vallée de la Marne. L’annata di per sé poco promettente è stata rivoluzionata dal gran sole di fine agosto che ha cancellato l’umidità residua nelle vigne ed ha portato alla piena maturità dei grappoli azzerando il pericolo di muffe. Vendemmia a mano, vinificazione in tini di acciaio, malolattica svolta.
Il Blanc de Blancs è nato nel 1959, in omaggio a Thierry, frate benedettino, zio del fondatore della maison – Nicolas Ruinart – che nel 1729 avviò la cantina cui fece seguito, nel 1768, l’acquisto delle cave di gesso – sono una delle mete turistiche principali della regione, monumento nazionale negli Anni Trenta e Patrimonio Unesco dal 2015 – per l’affinamento dello champagne.
Già al naso si percepisce la classe e l’autorevolezza di questo millesimo: note di frutta candita, cedro, fiori bianchi e ancora sentori di fieno appena tagliato. Su tutto una nota affumicata di grande pregevolezza. Il palato è ricco, coerente con l’olfatto, molto appagante dove tornano sul finale le note di agrumi e mandorla dolce. Una grande eleganza, una fresca piacevolezza che chiama ad una ulteriore beva. Un termine di paragone, dicevamo, uno Champagne di grandezza assoluta.