«Le Pmi saranno rimborsate al 100% per le mancate fiere». È uno dei punti del Piano straordinario per il rilancio del Made in Italy dopo l’emergenza coronavirus annunciato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Un altro punto prevede dal primo aprile 2020 «servizi gratis per le imprese fino a 100 dipendenti». Fino al 2021 ci sarà poi «uno stop del contributo delle Pmi all’Ice». In tutto – ha spiegato Di Maio – «abbiamo oggi qui a disposizione risorse per 716 milioni di euro. Posso assicurarvi che vogliamo spendere al meglio. Tra i modi in cui saranno spesi ci sarà il credito alle imprese ed una campagna straordinaria di comunicazione, oltre a tutte le informazioni per l’internazionalizzazione (fonte: Sole24Ore)».
(b.g.) Per il settore del vino italiano una boccata d’ossigeno dopo la doccia fredda arrivata nei giorni scorsi da Düsseldorf: secondo alcuni espositori italiani, cantine, consorzi e associazioni di professionisti, sentiti da questo giornale, il Prowein si sarebbe rifiutato di rispondere dei danni legati al suo mancato svolgimento. Non verrebbero rimborsate le spese dirette nella fiera (stand, biglietti ecc) e neppure gli alberghi della città si sarebbero dichiarati disponibili a rimborsare le camere già pagate in anticipo (ed ai prezzi Prowein). Un comportamento inaccettabile, uno scarica-barile fra la fiera e il governo federale dallo stile molto levantino, che costerà milioni di euro al settore del vino. Un atteggiamento ben diverso da quello di VeronaFiere che, stando a qualificati rumors, in questi giorni sta studiano ogni scenario, compreso quello di un rinvio in caso di prolungarsi della crisi, coinvolgendo però le associazioni dei commercianti e degli albergatori per non danneggiare i clienti italiani e stranieri che hanno già confermato la loro presenza a Verona. Una serietà “teutonica” da parte della fiera scaligera che il mondo del vino farebbe bene a ricordare nel 2021 quando Prowein tornerà a batter cassa: fra partner ci si comporta in modo ben diverso. Boicottiamo?