daPino, gruppo veneto-amalfitano guidato da Giuseppe Giordano e dal figlio Francesco, ha aperto oggi nella centralissima Piazza Bra di Verona il suo decimo locale nel Nordest. Un investimento da 2,8 milioni € con la creazione di 35 posti di lavoro (di questi, 10 risalenti alla precedente gestione del locale). Nato agli inizia degli anni Settanta come pizzeria nei pressi di Venezia, daPino si è sviluppando negli anni facendo di Treviso il proprio head-quartier nonché il laboratorio centrale che serve di materia prima – rigorosamente stagionale e di provenienza del territorio – tutte le pizzerie man mano avviate nel tempo. A queste si aggiunge una catena con ben 30 pizzerie da asporto che portano il fatturato a superare complessivamente i 20 milioni € con 350 posti di lavoro diretti e 2mila nell’indotto con 15mila pizza sfornate ogni giorno, sempre rigorosamente davanti agli occhi dei clienti.

<Io vengo da Tramonti, sopra Ravello, sulla Costiera Amalfitana – racconta Giuseppe Giordano – , i veri pizzaioli che hanno “conquistato” il Nord Italia siamo stati noi, negli Anni Sessanta, ben prima dei colleghi “napoletani”. Il mio paese fu svuotato dall’emigrazione dei giovani della mia generazione: in 3mila, tutti al Nord a fare i pizzaioli. Del resto, lavorare con forno, acqua e farina è nel nostro Dna: noi facevamo pane e focacce per gli equipaggi delle galere della Repubblica Marinara: un pane schiacciato, “pizzato” nel nostro dialetto…ecco l’origine sta qui. Come famiglia, siamo nel settore da più di sessant’anni e ne sono orgoglioso: la pizza è un cibo “democratico”, che non conosce confini, che non crea discriminazioni o divisioni. Può essere mangiato da tutti, di tutte le religioni. E, per questo, nelle mie pizzerie c’è e ci sarà sempre posti per tutti, senza alcuna distinzione>.

<Adesso il consumo della pizza è cambiato – aggiunge Giuseppe Giordano – da alimento è diventato più “edonista”, deve appagare i sensi, non deve appesantire, dev’essere perfettamente digeribile, leggero, sano. Una evoluzione che sta nella nostra cultura e tradizione: la qualità del nostro impasto, con molta acqua anche se è più difficile da fare; la tecnica di cotture nei forni a legna che abbiamo fatto realizzare secondo specifiche nostre; la qualità della materia prima e degli ingredienti delle guarnizione, che debbono essere sempre freschi, mai surgelati, e mai sottovuoto. Per questo forniamo noi a tutta la catena delle pizzerie la materia prima, così da controllare tutta la filiera qualitativa e preservare l’artigianalità della nostra pizza>.

Altro brand di successo di da Pino, la “Pizzalonga”: <Sì, il nome suona veneto, ma anche qui è una nostra tradizione contadina, quando alla sera, con la farina rimasta e tutti gli avanzi delle guarnizioni si metteva in forno una pizza, non necessariamente rotonda, e tutti ne mangiavano un pezzo…insomma con quello che avanzava si mangiava tutti. Era un rito di convivialità e di gioia dello stare assieme, nonostante le difficoltà di quei tempi>.