(di Bernardo Pasquali). Quale profonda tristezza ogni volta che entro in un bar o locale e mi ritrovo, sempre più spesso, a dover fare i conti con i cornetti surgelati. Oddio, facciamo un distinguo…in effetti se si scende al sud la maggior parte delle caffetterie e bar tengono ancora prodotti locali, di pasticceria e, si vede! Talvolta sono così grandi che devi saltare il pranzo! Ma puoi stare sicuro che più si sale verso Nord e più sta scomparendo il prodotto di pasticceria fresco. Saranno certamente i costi di gestione del personale, di vendita del prodotto; del fatto che siamo oppressi da tasse e affitti dei locali sostenibili solo se si cerca di avere marginalità sempre più alte. Sarà così ma, ormai, mi sono rassegnato. Troppe volte, però, mi trovo a fare i conti con l’assenza di una indicazione adeguata della natura del prodotto congelato. Lo capisco perché magari l’espositore è brandizzato da aziende che conosco e che producono questi lievitati. Ma lo so io, perché sono un professionista di questo settore. E il consumatore??
Alla tutela del consumatore e alla sua corretta informazione, viene incontro una sentenza della Cassazione Penale che, con sentenza n. 10375/2020, rigetta il ricorso di un imputato, condannato in primo grado e in appello per tentata frode nel commercio per aver esposto nel bancone cornetti, strudel e fagottini senza indicare che i prodotti sono congelati all’origine.
Ecco il comunicato della Cassazione: “la disponibilità di alimenti surgelati, non indicati come tali nel menu o negli espositori nei quali gli stessi siano esposti a destinazione della clientela, integra il reato di tentativo di frode in commercio, indipendentemente da una concreta contrattazione con il singolo avventore in quanto tale comportamento è univocamente rivelatore della volontà dell’esercente di consegnare ai clienti una cosa diversa da quella pattuita.”
Quindi tutti i proprietari di locali che abbiano in magazzino prodotti congelati, devono comunque esporre il cartello che definisca l’utilizzo di tali alimenti; anche se magari non tutti quelli esposti e sottoposti a contrattazione con il cliente sono congelati. A questo punto è sempre maglio specificare quali sono congelati e quali no. La specifica deve essere sempre ben visibile sul bancone espositivo in prossimità del posizionamento dei prodotti in questione.
Attenzione perché la Corte d’Appello ha ritenuto valido il seguente reato contro l’Art.133 del Codice Penale: “potenziale compromissione della salute pubblica conseguente alla messa in commercio di alimenti celandone la provenienza dalla surgelazione.”
Finalmente sapremo meglio e sempre quello che mangeremo. Non perché questi prodotti siano meno salubri o buoni. La salubrità è garantita dalle aziende produttrici e dal rispetto della catena del freddo dell’esercente; la bontà è cosa soggettiva. Ma almeno non si dica o, meglio, con il silenzio-assenso, non si taccia che si tratta di prodotti congelati. E buona colazione a tutti!
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