(di Elisabetta Tosi) Se oggi gli spumanti italiani godono di un momento di grazia è perchè soddisfano due le esigenze della socializzazione e della convivialità. Ai nostri giorni le persone cercano vini da godere con gli amici, poco alcolici, da tutto pasto, facili da abbinare. E dall’aperitivo dei giorni feriali al brindisi di capodanno, la produzione spumantistica italiana ne ha per tutti i gusti e tutti i portafogli. E’ un quadro decisamente positivo quello presentato al convegno “Consumatori e bollicine. Viaggio tra le ragioni del successo degli sparkling nel mondo e prospettive future”, tenutosi in questi giorni a Villa Foscarini Cornaro a Gorgo al Monticano (TV).
L’evento è stato organizzato per celebrare il 50esimo anniversario di SOEC – Station Oenotechnique De Champagne, un’azienda che fa parte del gruppo francese Sofralab e che ad oggi è l’unica realtà al mondo che offre prodotti e tecnologie riservati solo ai vini effervescenti. SOEC è al fianco di rinomate aziende spumantistiche italiane fin dai primi anni ’70, quando venne introdotta uno dei loro strumenti di maggior successo: il giropallet, che permette di sostituire il tradizionale remuage delle bottiglie di spumante metodo classico eseguito manualmente.
Il convegno ha visto intervenire il responsabile di Wine Monitor Denis Pantini, il presidente di Vinarius (associazione che riunisce le più importanti enoteche italiane) Andrea Terraneo, il critico enogastronomico Luigi Cremona e, collegato via web, il presidente di Assoenologi Riccardo Cottarella. “Il rinascimento del settore vitivinicolo è dato da tanti fattori, umani e tecnologici – ha esordito quest’ultimo – Ma è anche grazie alla tecnologia se oggi possiamo parlare di spumanti da tutta Italia perfino da vitigni autoctoni. Il Prosecco per esempio non sta portando all’Italia solo lustro – ha continuato l’enologo – Settecento milioni di bottiglie in tutto il mondo che parlano italiano hanno aperto le porte a tutti i nostri spumanti. Io sono convinto che siamo appena agli inizi; se non fosse per il COVID, staremmo vivendo un momento magico, perchè stiamo superando come fatturato sia il 2020 che il 2019”.
I dati anticipati da Cottarella sono stati ripresi e approfonditi da Denis Pantini, che ha illustrato la situazione di mercato delle bollicine italiane: “Nel mondo gli spumanti italiani pesano per il 16% del totale delle nostre esportazioni di vino e fatturano 40 miliardi di euro, ma la loro crescita è più rapida dei vini fermi. E nel 2020 sono cresciuti anche nella grande distribuzione organizzata: un successo di vendite di cui hanno beneficiato soprattutto gli Charmat secchi come il Prosecco”. Trainati dall’attuale positivo trend di vendite quest’ultimo, l’export degli spumanti italiani è più che triplicato negli ultimi 10 anni, e stanno crescendo anche in nuovi inaspettati mercati: oltre ai tradizionali USA, Gran Bretagna, Germania e Giappone, le bollicine nazionali piacciono sempre di più anche in casa dei loro diretti concorrenti, come la Francia.
Ma chi sono i consumatori di spumanti che si affacciano in enoteca? “Sono giovani e meno giovani – ha detto il presidente dell’associazione Vinarius Andrea Terraneo – Gli under 30 sono pronti a provare ogni volta un prodotto diverso, amano sperimentare, viceversa gli over 50 sono più attaccati alle loro abitudini e continuano a cercare sempre le stesse bottiglie”. Secondo Luigi Cremona, che ha intervistato sull’argomento alcuni dei più famosi sommelier italiani, “la carta vini dei ristoranti dovrebbe essere cambiata più spesso, perchè il consumatore sta cambiando velocemente. E’ però un fatto acquisito che gli spumanti si son destagionalizzati e si consumano a tutto pasto. E sta aumentando il consumo delle bollicine rosa”. Insomma, ha concluso il giornalista Fabio Piccoli, “Sono soprattutto i Millennial e i post-Millennial a guidare la crescita di questi vini. Questo perchè è diversa rispetto al passato anche la percezione che i giovani hanno degli spumanti: non più bottiglie solo celebrative, ma vini da compagnia, da divertimento. Per gli adulti lo spumante era una bevanda occasionale, per i loro figli sono una scelta più frequente, e più aumenta la loro cultura del vino, più cercano prodotti complessi, originali”. Una domanda che la variegata offerta dei vini effervescenti nazionali non ha problemi a soddisfare.