Con un fatturato complessivo di oltre un miliardo di Euro ed una quota dell’export di settore pari all’8%, le diciotto aziende che aderiscono al Consorzio hanno fissato le linee strategiche e programmatiche per i prossimi tre anni. Alla guida di Italia del Vino fino al 2020 viene riconfermato il Presidente Andrea Sartori.
Avviato nel 2009, Italia del Vino-Consorzio – 10mila ettari vitati in 14 regioni italiane e duemila addetti diretti – ha lavorato in più di venti mercati internazionali con un investimento complessivo di circa 70 milioni di euro. La Cina sarà l’obiettivo strategico del prossimo triennio: il Consorzio, in questo mercato, è attivo dal 2013 con investimenti crescenti partecipando congiuntamente alle principali rassegne di settore, incontrando operatori commerciali, sommelier, influencer, blogger e giornalisti e avviando una politica di incoming di opinion leader cinesi nelle tenute delle realtà aderenti.
«La Cina – sottolinea il Presidente Sartori – resterà anche nel 2018 il target principale delle nostre iniziative: anche se la crescita in termini percentuali per il vino italiano è stata molto positiva nel 2017, c’è ancora molto terreno da recuperare. Altri paesi produttori sono avvantaggiati da specifici accordi doganali, ma noi abbiamo la forza di un intero stile di vita che ci vede ammirati ed apprezzati dai partner cinesi. Ci siamo presentati come Consorzio collegandoci anche ad altre realtà del made in Italy come moda, design, auto sportive. L’Italia è una delle mete “sognate” dai giovani emergenti cinesi e dobbiamo essere capaci di tradurre questa passione anche in abitudini di consumo.
Va detto inoltre che la Cina, come i mercati dell’Asia, rappresenta una scelta strategica per il vino italiano ancora troppo schiacciato – secondo le ultime rilevazioni Vinitaly-Nomisma – sui mercati di sbocco tradizionali: Europa e Stati Uniti. Dobbiamo ampliare la nostra presenza nei nuovi mercati, senza timori reverenziali, certi dell’assoluta qualità dei nostri vini e della loro competitività.