Uve sane e alta qualità: queste le parole d’ordine della vendemmia 2022 che si è appena conclusa in Alto Adige. Iniziata con ben diciotto giorni di anticipo in quasi tutto il territorio, la vendemmia ha mantenuto le aspettative e ha registrato da subito apprezzamento e ottimismo da parte dei produttori. “Raramente i viticoltori altoatesini – spiega Andreas Kofler, Presidente del Consorzio Vini Alto Adige – hanno raccolto uve così sane, mature e belle come quest’anno. Nonostante il caldo e la siccità persistenti, dall’annata 2022 ci attendiamo grandi soddisfazioni con dei vini bianchi rotondi, armoniosi ed equilibrati a cui si contrappongono rossi robusti e corposi.”
Sicuramente il tema della siccità è stato monitorato nel corso dei mesi con grandissima attenzione, ciò nonostante, come sottolineano dal Consorzio “gli agricoltori hanno reagito con molto impegno alle elevate temperature. Va infatti ricordato che in Alto Adige negli ultimi anni sono stati fatti investimenti importanti sugli impianti di irrigazione a goccia che ad oggi hanno garantito alle nostre vigne un tasso di umidità sufficiente. Tuttavia, l’assenza di precipitazioni e il caldo hanno incrementato il lavoro dei viticoltori. In vigna, ad esempio, i grappoli sono stati protetti da un’eccessiva esposizione al sole grazie a precise manipolazioni del fogliame.”
Anche a livello meteorologico, prima e durante la vendemmia, si può parlare di una stagione fortunata: nonostante i forti temporali di agosto e settembre, nella maggior parte delle aree la grandine è stata quasi assente, per cui non si sono verificate perdite quantitative o qualitative.
Vini rossi. A causa del caldo e della siccità, le uve di tutte le varietà mostrano una maturazione eccezionalmente buona e una minore acidità. Questa combinazione si riflette in una maggiore gradazione alcolica dei vini, che al palato sono un po’ più corposi e ampi. “L’elevato grado di maturazione rappresenta un enorme vantaggio, soprattutto per il Lagrein, il Cabernet e il Merlot”, spiega Stephan Filippi, enologo della Cantina Bolzano. “Nelle zone più elevate, anche il Pinot Nero è molto promettente e destinato a diventare un ottimo vino”, racconta l’enologo, che nutre grandi speranze anche per la Schiava, in continua ascesa negli ultimi anni.
Vini bianchi. Le uve sane e di ottima qualità, il buon contenuto zuccherino e la bassa acidità tenuta sotto controllo affinché non scendesse sotto i livelli di guardia fanno pensare a vini bianchi come lo Chardonnay, il Pinot Bianco e il Pinot Grigio davvero interessanti: armonici, rotondi e dall’acidità equilibrata. Ma anche il Gewürztraminer potrebbe beneficiare delle condizioni di quest’anno, come racconta Filippi: “I suoi aromi, infatti, si esprimono al meglio anche con un basso livello di acidità”.
Con un’ottima annata in vista, il settore vinicolo altoatesino guarda quindi al futuro con ottimismo, ma pur sempre all’insegna della cautela, come sottolinea Andreas Kofler, presidente del Consorzio: “questa vendemmia ha sicuramente ripagato gli sforzi dei viticoltori.” L’unico aspetto che frena l’entusiasmo è l’ondata di inflazione che ha colpito anche questo settore. “I costi, soprattutto quelli di energia, carburante e materiali di imballaggio, hanno subito fortissimi rincari”, ricorda il Presidente, e anche nel settore vitivinicolo si registrerebbero strozzature nell’approvvigionamento. Kofler sottolinea che, negli ultimi anni, il settore altoatesino ha imboccato la strada giusta: politica della qualità, internazionalizzazione, sostenibilità. “Operare nel segmento premium e avere un posizionamento più ampio a livello globale si rivela importante soprattutto in un contesto difficile come quello attuale”, spiega Kofler. “Per questo, vogliamo continuare a perseguire questa strategia con coerenza”. (foto Florian Andergassen)