(di Beppe Giuliano) La previsione è di oggi, ed è stata resa nota da Cerved, la banca dati delle Camere di commercio italiano. Ci spiega chi perderà e chi vincerà quest’anno la guerra economica legata all’emergenza Covid-19. I settori “perdenti” saranno il turistico alberghiero, che perderà complessivamente quasi 9 miliardi €, passando da un fatturato di 24.4 miliardi€ ad uno di 15.6 quest’anno con un calo del 36%.
Il dato scende al 31% se si considera esclusivamente il dato delle ricezioni extra-alberghiere, come i B&B, che stavano diventando uno degli strumenti più utili di integrazione al reddito per il settore della produzione agricola. Delle casse degli agricoltori, delle piccole locazioni, spariranno ben 826 milioni€.
Il dato è preoccupante e se traduciamo i milioni in posti di lavoro vuol dire che spariranno soltanto nella ricezione extra-alberghiera quasi 30mila posti di lavoro. Una piccola città della provincia italiana completamente a spasso.
Ma con la crisi c’è anche chi vede crescere il proprio business. Ovviamente il comparto farmaceutico e l’e-commerce, due settori diventati strategici. Ma cresce, e tanto, anche la distribuzione, la grande distribuzione organizzata, che passerà da 108 a 122 miliardi€, poco meno di 14 miliardi, con un più 12.9%. Sarà il comparto economico italiano dalla maggior crescita. Ne siamo felici, sia chiaro: la GDO sta difendendo le famiglie e la tenuta del sistema sociale nazionale in questi giorni con efficienza, senso etico (non abbiamo visto sciacallaggi sui prezzi, anzi) e del dovere (gli addetti sono stati sempre presenti anche nei primi giorni con scarse dotazioni di sicurezza ed hanno svolto con “disciplina e onore” il loro servizio). Ma se guardiamo alla produzione di ortofrutta, la crescita attesa è del 2.47%, da 5,3 a 5,5 miliardi, appena 146 milioni€ di incremento.
Parliamo di fatturato e non di utili, ciò nonostante il dato fa impressione: nel periodo di maggiore domanda di prodotto fresco, ed italiano, ai coltivatori vanno appena 146 milioni in più, mentre la GDO (vendendo anche altri prodotti è chiaro) emette scontrini come non mai. 146 milioni contro 14 miliardi, appena l’1% arriva ai produttori. Fatta la tara dei prodotti non ortofrutticoli, il problema comunque c’è. E non è nuovo. Se vogliamo salvare una filiera italiana di qualità dobbiamo dare in modo che ci sia più convenienza a stare nei campi, guadagnando di più. E se quest’anno salta anche l’agriturismo, bisogna che i margini premino l’anello iniziale. E dobbiamo capirlo tutti, consumatori in primis. Del resto, una delle eredità “positive” del Coronavirus sta nella riscoperta consapevolezza della “forza tranquilla” dei nostri comparti produttivi: che stanno in piedi, lavorano sempre, consegnano sempre, danno lavoro sempre.
Dalle parole ora bisogna passare ai fatti, però.