(di Giordana Talamona) Non c’è pace per Gavi, il territorio del grande bianco piemontese da cortese in purezza. A quattro mesi dall’alluvione dell’ottobre scorso, che aveva già duramente colpito tutta filiera agroalimentare e turistica del Gavi, l’arrivo dell’emergenza Covid-19 sta dando un ulteriore scossone a tutto il comparto.
“Con l’alluvione avevamo già sperimentato gravi danni alle infrastrutture che si aggiungono al mancato incasso di queste settimane. – spiega Roberto Ghio, presidente del Consorzio Tutela del Gavi – Mi sono confrontato nei giorni scorsi con l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa, proprio in merito ai fondi che avrebbero dovuto essere stanziati a seguito degli eventi calamitosi dello scorso autunno: per ripartire abbiamo bisogno quanto prima delle risorse che ci saranno messe a disposizione, senza più ritardi, dalla Regione e per questa emergenza sanitaria, dal Governo. Con le Associazioni di categoria, stiamo lavorando proprio in questo senso: per accedere il più velocemente possibile ai finanziamenti pro-imprese”.
Ma le aziende del Gavi, 192 associate al Consorzio (produttori, vinificatori e imbottigliatori), oltre 350 quelle comprese nell’Erga Omnes, sono dotate di resilienza e spirito di iniziativa, tanto da pensare già al dopo emergenza. Il progetto del Consorzio Tutela del Gavi, avviato nei mesi scorsi a favore dei produttori e della comunità degli 11 comuni della denominazione, si chiama ‘Valore Gavi’, un sostegno oggi ancora più impellente. “Questo non è il momento di subire passivamente, ma dobbiamo agire organizzando le azioni più efficaci per interpretare il post coronavirus, auspicando che arrivi presto, con iniziative di servizio per i produttori associati e per tutto il territorio del Gavi”.
Nell’aspettativa di uscire dalla crisi sanitaria ‘Valore Gavi’ sta quindi già lavorando per creare il piano ‘Destinazione Gavi’, grazie all’accordo con un tour operator che opera a livello nazionale e internazionale, che potrà promuovere professionalmente tutte le esperienze del territorio, dall’enoturismo allo shopping, dai beni culturali ai percorsi naturalistici. A questo scopo è in corso anche una indagine conoscitiva tra produttori vinicoli e operatori dell’accoglienza (ristoranti, alberghi e B&B) finalizzata alla creazione di offerte turistiche mirate ed esperienziali, dedicate sia al bacino di utenza proveniente dalle aree milanesi, liguri e piemontesi che agli oltre 6 milioni di visitatori annuali dell’Outlet di Serravalle. “Dall’altro creeremo strumenti che possano essere utilizzati non appena l’emergenza coronavirus sarà cessata: programmando workshop formativi dedicati ai produttori e agli operatori turistici a tema enoturismo e avviando un piano multimediale (video+web+social media) diretto al pubblico degli operatori del settore e dei winelovers, per la promozione del Gavi Docg”.
Una speranza concreta per il futuro, che deve fare i conti con la contingenza del momento, anche rispetto all’export, che impatta sulle aziende produttrici per almeno l’85% del fatturato annuo complessivo (circa 60 mln). “Per ora gli ordini dall’estero arrivano, ma siamo di fronte ad uno scenario complesso che valuteremo nel corso delle prossime settimane. Il lock down dei vari Paesi ha portato al blocco del consumo Horeca, soprattutto in quelli che sono i principali sbocchi dell’export del Gavi: Germania, UK, Usa. Dovremo invece vedere la tenuta delle vendite a scaffale, se sufficienti e in grado di colmare il vuoto creato nei ristoranti (per volumi, non per prezzo), ma per il momento non abbiamo dati su cui ragionare”.
Sul consumo interno e sull’enoturismo il contraccolpo è in linea con quello di altri territori italiani, con cancellazioni nelle strutture ricettive gaviesi fino a settembre: “Il settore Horeca è immobile: le direttive del Governo hanno chiuso i ristoranti, le enoteche vivono la contrazione dei consumi e sinceramente non possiamo immaginarci scenari immediatamente positivi alla fine dell’emergenza. Dipenderà tutto dalla capacità di ripresa. Consideriamo, infatti, che il settore turistico è tra quelli maggiormente colpiti, con cancellazioni per diversi mesi, anche oltre l’estate: il mancato arrivo di visitatori impatterà anche sulla ristorazione italiana. Molte aziende, che hanno anche strutture ricettive, lamentano cancellazioni fino a settembre e chi ha disposizione location per eventi ha subito annullamenti per matrimoni, battesimi, lauree, Pasqua e Pasquetta, che come sappiamo sono giorni di grande consumo”.
E sulla necessità di essere pronti al post emergenza, Ghio ribadisce: “Non possiamo e dobbiamo fermarci adesso. Siamo consapevoli dell’impegno straordinario che è richiesto al nostro Consorzio in questo momento e siamo coscienti della necessità di sviluppare ora nuove strategie di marketing a supporto delle economie dei produttori e del territorio. Per questo andiamo avanti, come la stessa campagna ci sta chiedendo, tanto che i produttori continuano a essere impegnati nell’attività di preparazione del vigneto – fortunatamente tra i filari gli assembramenti sono difficili – e nell’imbottigliamento in cantina, adottando tutte le norme di sicurezza: meno personale possibile nello stesso luogo contemporaneamente e utilizzo dei dispositivi di protezione personale richiesti”.
La natura fortunatamente non si ferma esattamente come gli uomini e le donne di questo grande territorio piemontese.