Bene il mercato interno, in forte crescita l’enoturismo, in pausa congiunturale l’export. È il risultato 2018 per l’Amarone, fotografato dall’Osservatorio vini della Valpolicella di Nomisma Wine Monitor per l’Anteprima dell’annata 2015, inaugurata oggi a Verona dal ministro Gian Marco Centinaio e in corso fino al 4 febbraio. Buona la performance sul mercato italiano, dove le vendite hanno fatto segnare un +4% a valore grazie in particolare alla crescita della domanda presso horeca ed enoteche. Altro fattore premiante è la vendita diretta nelle aziende, generata anche da un enoturismo sul territorio sempre più dinamico. Secondo i dati del Sistema Statistico Regionale – Regione Veneto – elaborati da Nomisma Wine Monitor, le presenze in Valpolicella (Verona esclusa) sono cresciute nel triennio 2015-2017 del 21%: il doppio rispetto alla media complessiva regionale e il 50% in più del pur importante incremento della città scaligera. Complessivamente, nel solo 2017 gli enoturisti nella terra dell’Amarone sono stati circa 300mila, a fronte di quasi 115mila arrivi.
Per quanto riguarda il mercato, il re della Valpolicella chiude il 2018 con un giro d’affari di 334 milioni di euro e un saldo complessivo negativo del 6% sul 2017 a causa della frenata sul commercio estero in alcuni Paesi chiave e per effetto, tra l’altro, della povera annata 2014 (-4,6% l’imbottigliato). Un saldo che risente della cattiva performance in Germania (-40%), dove però si è scontato l’exploit del 2017 (+45%) e una conseguente eccedenza di scorte di prodotto. E se Cina e Giappone danno segnali di crescita interessanti pur con una quota di mercato ancora emergente (5%), l’Amarone vola nel Regno Unito in prossimità della Brexit con un +15% a valore. Bene anche gli Usa, secondo mercato estero con + 3%, mentre le vendite calano in Svizzera (-5%), Canada (-4%) e Svezia (-6%). Per il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Andrea Sartori: “Dopo anni di crescita l’Amarone ha registrato, al pari degli altri vini fermi italiani, una difficoltà congiunturale su alcuni mercati tradizionali e maturi, ma allo stesso tempo raccoglie segnali interessanti in Paesi che rappresentano il futuro della denominazione, Asia in primis. Diversamente da altri premium competitor internazionali, la nostra è un’economia ancora giovane e il processo di crescita passa anche da queste fasi di riflessione”.
Complessivamente la Germania rimane la prima destinazione con una quota di mercato del 16%, tallonata ora dagli Usa (15%) e dalla Svizzera (12%). Poi Regno Unito (11%) e Svezia. In totale l’export per l’Amarone vale il 65% delle vendite.