(di Bernardo Pasquali). Ivano Vacondio è stato un allenatore di calcio per 15 anni! Poi nel 2019 è diventato il coach di Federalimentare. Mi permetto di presentarlo così il Presidente uscente perchè, chi lo ha potuto conoscere in azione, ha trovato sempre una sua grande capacità di coordinamento dinamico e, da buon emiliano modenese, schiettezza, senza edulcorazioni, genuina e sincera. Anni non certo facili, 3 dei 4, costretto a gestire l’emergenza e, forse, mai scelta più giusta fu fatta da quel 70% di delegati che lo appoggiarono il giorno dell’elezione. Con Ivano Vacondio l’Industria Alimentare si è ripresa una leadership che si stava affievolendo.
Il comparto dell’industria alimentare, nel 2021 ha chiuso con un fatturato di 155 miliardi di euro di cui 40 mld di esportazioni (che superano i 50 mld se si considera l’intero agroalimentare). Su queste cifre dell’export pesa la performance degli USA. Nello stesso anno, la quota di esportazioni in America del food & beverage nazionale ha infatti raggiunto un +14% sull’anno precedente. Gli Stati Uniti si preparano a diventare il primo mercato di riferimento per quanto riguarda l’export, con crescite consistenti anno su anno.
E’ l’inizio di un nuovo paradigma alimentare
“La produzione industriale dopo il collasso economico prodotto dal crollo di Lehman Brothers, nel 2007, è cresciuta costantemente fino a raggiungere nel 2021 un livello di +6,9% – afferma il Presidente Vacondio – ma il futuro è tutto da costruire. Infatti si dovrà ridisegnare il paradigma dello sviluppo dei Paesi. Siamo di fronte a problematiche gravi che si stanno esprimendo all’unisono, e non è un caso. Lo spettro della carestia, l’inflazione che aumenta inesorabilmente, il rischio che più di 700 milioni di persone saranno esposte alla mancanza di cibo, la necessità di garantire la sicurezza alimentare e di superare le omologazioni produttive per rispettare sempre di più le differenze culturali alimentari dell’umanità. Sono queste le sfide e i pericoli che stanno dimostrando sempre più quanto il cibo non sia più una cosa scontata ma un fattore strategico della politica e della diplomazia”.
Pace e cibo
“La pandemia, la guerra e le instabilità politiche dirompenti di questi anni hanno dimostrato quanto sia determinante la funzione di stabilizzatore sociale del cibo – continua Vacondio. A causa della guerra è iniziato un forte ridisegno delle catene di approvvigionamento con conseguenze che solo in parte possiamo prevedere. Sono quindi due gli obiettivi del futuro prossimo della diplomazia alimentare: nutrire il pianeta e dare stabilità sociale alle nazioni. Un obiettivo ambizioso che solo l’Europa unita, fortemente contraria ad ogni sovranismo, può risolvere”.
Tra Covid e Guerra l’innalzamento dei prezzi degli alimenti
L’industria alimentare ha dovuto far fronte a una pandemia, all’innalzamento dei costi energetici prima della guerra e ora, in maniera ancora più tragica, sotto l’effetto della guerra. “Come Federalimentare ci siamo fatti carico di assorbire il più possibile i rincari delle materie prime e dell’energia che hanno colpito il nostro comparto e, questo, talvolta da soli, senza l’appoggio della distribuzione. Abbiamo cercato di fare sacrifici e tutelare il più possibile il prezzo in uscita dei prodotti sugli scaffali. Al consumatore abbiamo garantito sempre approvvigionamenti abbondanti durante il Covid. Purtroppo però, la crescita tendenziale dei prezzi alimentari al consumo è salita ad aprile al +6,3%, dopo il +5,5% di marzo. Nel complesso, tra alimentari lavorati e non, l’stat segnala che la crescita del cosiddetto “carrello della spesa” si porta al +6%. Sono molto soddisfatto dell’iniziativa governativa che ha istituito il Tavolo dei Sistemi Alimentari. Sarà uno strumento molto utile per definire strategie di controllo inflattivi e speculativi sui cluster produttivi ed elaborare progetti di sostenibilità alimentare e diplomazia politica alimentare”.
La battaglia del Nutriscore l’abbiamo vinta!
NutrInform Battery, il progetto di etichettatura promosso dall’Italia, vincerà sul progetto francese Nutriscore. “Ne vado fiero e lo tengo come uno dei successi del mio mandato. Quando venne presentato Nutriscore fui uno dei primi a sollevare una protesta furibonda e una contrarietà che, purtroppo, non trovava all’inizio tutti compatti i vari segmenti dell’agroalimentare. Nel tempo siamo riusciti a creare un movimento forte di opinione unito e coeso tra tutti, istituzioni e filiera, che ha indebolito e reso inutile il Nutriscore. Diciamo, con un termine calcistico, che mi è caro, che il Nutriscore è in panchina e se la sta passando molto male!. IL Nutriscore è una follia, un sistema di condizionamento del mercato, uno strumento di omologazione e appiattimento della qualità dei prodotti. In poche parole è un l’inganno, un condizionamento non trasparente del consumatore. Sarà il NutrInform, il nostro modello, quello che avrà la meglio”.
Ivano Vacondio ha tenuto la sua ultima Assemblea Pubblica di Federalimentare durante l’ultima edizione di CIBUS a Parma, la fiera Internazionale del Food di cui è socio fondatore. L’edizione della rinascita e della vera ripartenza per un comparto che ha raggiunto il secondo posto all’interno dell’industria manifatturiera italiana.