Si chiama “Modello di gestione avanzata del Soave – La biodiversità in vigna” ed è l’insieme delle linee guida che il Consorzio di Tutela attiva all’interno di tutta la filiera produttiva e che coinvolge tutti i produttori, dalle cantine cooperative alle piccole aziende. Questo lavoro, riunito lo scorso anno all’interno di un documento di sintesi presentato a validazione dei diversi percorsi intrapresi dalle singole imprese in tema di sostenibilità, trova nel gruppo tecnico “le sentinelle del Soave”, che si riunisce tutti i martedi’, la miglior risposta alle domande dei produttori in chiave di difesa fitosanitaria. Scopo di questo modello è ottimizzare dal punto di vista della sostenibilità i risultati tecnici, l’attenzione ambientale e la tutela dell’operatore su tutto il comprensorio di riferimento per ridurre al minimo l’uso di fitofarmaci.
In questo progetto sono coinvolti al massimo livello tutte le filiere collegate alla produzione integrata nel vigneto quindi produttori, tecnici di campagna, istituzioni, rivenditori e ditte produttrici dei presidi sanitari e delle macchine operatrici.I documenti di riferimento sono i disciplinari di produzione e le linee tecniche di difesa integrata che il Servizio fitosanitario regionale aggiorna di anno in anno.
Sono stati infatti recentemente presentati alla Soave Preview 2018 i primi risultati dello studio condotto dalla World Biodiversity Association, che ha comunicato i dati relativi alla stagione fitosanitaria 2017. Nonostante un’annata molto difficile sul fronte climatico con eccessi di precipitazioni in giugno e di siccità a luglio e agosto, gli indicatori messi a punto dalla WBA segnalano per quanto riguarda aria, acqua e suolo valori confortanti per tutto il sistema Soave, raggiungendo un punteggio positivo pari a 73/100.
Sulle 22 stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio, proprio per rappresentare tutte le diverse espressioni ambientali, 20 hanno raggiunto i livelli di qualità attesi confermando il percorso intrapreso dal Consorzio. Quello del Soave è il primo Consorzio italiano che utilizza il protocollo della biodiversità come sistema di misura – un vero e proprio termometro – in grado di valutare l’incidenza delle fasi produttive su terra, acqua, aria al termine della stagione vendemmiale. In questo modo la biodiversità diventa una sorta di “ponte” che gradualmente conduce le aziende produttrici, già impegnate in tema di rispetto dell’ambiente, verso il vero obiettivo finale: la sostenibilità dell’intero sistema. Il coinvolgimento di tutte le realtà coinvolte nel processo produttivo è necessario per assicurare la massima tutela dell’ambiente, con attenzione sia alle specie viventi, alle persone che ogni giorno lavorano nei vigneti e a tutti coloro che ci vivono