Si annuncia all’insegna delle degustazioni e della montagna la tredicesima edizione di “Trentodoc Bollicine sulla città”, manifestazione annuale che invaderà il capoluogo trentino per tre settimane, dal 17 novembre al 10 dicembre prossimi. I produttori di Trentodoc presenteranno al pubblico le loro novità, esaltando il legame con la città, il territorio e i suoi prodotti. Dichiara il presidente dell’Istituto Trento Doc, Enrico Zanoni: “Trentodoc Bollicine sulla Città è un’importante vetrina per le 48 case spumantistiche aderenti alla nostra Associazione; costituisce un’opportunità unica per appassionati e turisti di degustare e apprezzare la produzione Trentodoc in diversi contesti: ristoranti, enoteche, Enoteca Provinciale, direttamente in cantina e, addirittura, in una location unica come il MUSE, in abbinamento ad altre produzioni locali d’eccellenza.”
A breve, su sito www.trentodoc.com/it/ il calendario completo degli eventi.
La storia del Trentodoc iniziò nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento e per primo, nel cuore della città, diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità. Da allora molti lo seguirono, fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Trento” nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico. Trentodoc oggi unisce 48 produttori, è una realtà in costante crescita e ogni casa spumantistica persegue la propria personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento. Le viti adatte a diventare Trentodoc, prevalentemente coltivate a pergola trentina, crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima caratterizzato da notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; viti e uva che una volta diventate vino, gli conferiscono come tratti distintivi eleganza, freschezza e persistenza. Trentodoc può anche fregiarsi oggi di una “carta di identità” che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio, frutto di una ricerca della Fondazione Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. La qualità di Trentodoc “Bollicine di montagna” è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. Le uve dalle quali si ottiene sono Chardonnay, il cui vitigno è uno dei più coltivati in provincia (circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, il Pinot bianco e Pinot meunier. La vendemmia è svolta manualmente e il “vino base” è affidato a una lenta maturazione in bottiglia, che varia da un minimo di 15 mesi a un minimo di 36 per la riserva ma arriva fino a 10 anni sui lieviti per i Trentodoc più raffinati ed evoluti.