(di Bernardo Pasquali). Per poter superare efficacemente questo lungo periodo di lockdown, il mondo della ristorazione e della produzione vinicola, dovranno stringere un patto forte e continuativo. Lo dicono in maniera accorata due grandi interpreti della comunicazione italiana del settore. Silvia Baratta, trevigiana, ha creato con Gheusis, una delle più influenti agenzie italiane di marketing e comunicazione nel mondo del vino. Morgan Babsia, milanese di nascita e veronese di adozione, ha cambiato il mondo della comunicazione del food con la sua agenzia Aromi, creando strategie innovative determinanti per l’immagine di chef e professionisti del settore.
“Vivo questi giorni di lockdown attuando una specie di ozio creativo – afferma Silvia Baratta – Sfrutto questo tempo di silenzio e di immobilità, per attivare il più possibile una resilienza efficace, studiando strategie per la ripartenza, ma, soprattutto, cercando di coinvolgere i miei clienti e i professionisti del settore wine & food, in momenti di crescita collettiva. Li invito a incontri webinair di formazione con importanti esperti di immagine, design e marketing. Non li lascio soli e cerco il più possibile di trasformare la preoccupazione in energia creativa”.
“Chi si ferma è perduto! – conferma Morgan Babsia – il mondo degli chef e professionisti della ristorazione sta vivendo in modo traumatico questa chiusura prolungata. Bisogna riaprire il prima possibile. Non nego che il mio lavoro in questi due mesi è stato anche quello di spronare psicologicamente i miei clienti affinché non si chiudessero in un silenzio e immobilismo pericolosi per quello che verrà dopo”.
Entrambe sono coscienti che questo tempo forzato in casa ha cambiato definitivamente il modo di comunicare. “Non si è mai smesso di comunicare – afferma Silvia Baratta – ma sta emergendo una necessità sostanziale di valorizzazione etica ed umana dei contenuti. E’ stato fondamentale tenere i rapporti con i clienti e far crescere il tempo della relazione tra gli attori della filiera. L’umanità condivisa sarà un elemento imprescindibile per tutti. Dai fornitori al cliente finale si cercherà questo. Velocità, cinismo e distacco saranno elementi distorsivi per la rinascita”.
Bisogna riempire il cassetto delle idee – continua Morgan Babsia – dovranno essere considerati nuovi bisogni del cliente e serviranno nuove strategie e nuovi modelli per la ristorazione. Sarà la grande occasione per riconquistare il famoso darsi una mano. Ecco perché secondo me ci dovrà essere un grande patto tra gli interpreti dei due grandi mondi del vino e della ristorazione.
Un altro elemento fondamentale sarà l’integrazione determinante tra realtà umana e digitale. Una componente che aiuterà le strutture wine & food a potenziare la diversificazione delle strategie e delle attività concrete. Il cliente se lo aspetta. “La diversificazione sarà un’arma decisiva per la rinascita delle aziende del vino – conferma Silvia Baratta. Chi crede di poter ripartire senza il rafforzamento dell’ambito digitale nel settore delle vendite del vino, credo ne uscirà malconcio. Bisognerà attivare modelli creativi di condivisione con la ristorazione per una delivery a domicilio che non separi il piatto pronto dal vino in abbinamento”.
“In questo ambito – continua Morgan – ci sono già adesso ristoratori che propongono una carta vini in abbinamento. Le cantine possono proporre packaging coordinati per il confezionamento dei piatti in consegna. L’uso di weiter rider brandizzati, camerieri in bicicletta con una divisa impeccabile che elevi il gesto della consegna a domicilio e allo stesso tempo comunichi in maniera innovativa e divertente un brand”.
La comunicazione cartacea , dopo questo lockdown – afferma Silvia -avrà ancora meno valore. Dovremo aggiungere delle voci molto importanti nelle strategie di comunicazione e vendita. Imparare la parola “webinair”, streaming, videochat… Le cantine più brave saranno quelle capaci di rendere il più umano possibile ogni intervento digitale. Le degustazioni e le anteprime a distanza potranno diventare un elemento in più da non sottovalutare. Alcune cantine, già oggi, hanno coinvolto i clienti in anteprime delle annate, inviando a casa le bottiglie e poi facendo degustazioni webinair in Zoom.
Un pò diverso l’uso del digitale per il settore della ristorazione. Come afferma Morgan “Il digitale per la ristorazione sarà la soluzione per riordinare la gestione dei posti liberi, dei turni di lavoro ed apertura. Bisognerà ampliare gli orari d apertura della cucina per permettere più turni. La gestione dovrà essere il più possibile digitalizzata offrendo al cliente la possibilità di scegliere tipologia di ristorante, il menu, il vino per la serata, quando c’è posto, per quante persone, il prezzo del servizio ecc… Verranno create applicazioni apposite per agevolare i flussi nei ristoranti, avvicinare il cliente alle attività e non avere file inutili all’esterno”.
Sia Morgan che Silvia sono convinti di una cosa. Chi non ha fatto niente in questo periodo, chi non ha comunicato, chi non ha curato il cliente, chi non ha attivato il buon senso della condivisione, si troverà pi in difficoltà alla ripartenza. Chi dice che tutto tornerà come prima sta vaneggiando. “Chi ha perso tempo – chiude Silvia Baratta – è meglio che inizi a guardarsi intorno e valutare cosa hanno fatto gli altri per non trovarsi, poi, impreparato alla ripartenza”. Della stessa opinione Morgan Babsia ” chi non ha fatto niente e ha solo aspettato, ha sbagliato! Per questo spero che anche associazioni di settore come l’Associazione Italiana Cuochi, la Federazione Cuochi italiani ecc… possano intervenire nei confronti dei loro soci per non lasciarli soli, in un momento così tragico”.
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