Agroalimentare, le esportazioni italiane crescono del 9,5% e superano i 6,6 miliardi al marzo scorso: lo confermano i dati del Monitor dei distretti agro-alimentari, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo. Significativo il contributo del comparto dei prodotti alimentari trasformati, le cui filiere crescono del 15,4% nel primo trimestre del 2023.
La prima filiera per valori esportati è quella del vino con oltre 1,5 miliardi di euro nel primo trimestre 2023 (+5%) con il maggior contributo che viene dal distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+12,6%) e in seconda posizione dal distretto dei Vini delle Langhe Roero e Monferrato (+4,4%) che supera di 20 milioni il risultato dello stesso periodo del 2022. In leggera flessione il distretto dei Vini del veronese (-1,7%) e per il distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi (-1,6%).
Export, è boom per l’alimentare napoletano: più 30,5%
Trimestre record per la filiera della pasta e dolci che ha superato 1,1 miliardi di euro nel primo trimestre dell’anno (+11,9%) – per effetto anche della dinamica inflazionistica (+13% l’indice dei prezzi sui mercati esteri per la produzione di prodotti da forno e farinacei) – con un contributo determinante dell’Alimentare di Parma (+14,2%) e dell’Alimentare napoletano (+30,5%), nonché dell’Alimentare di Avellino (+19,7%) e del comparto pasta dell’Olio e pasta del barese (+22,8%). Rilevante anche il risultato del distretto della Pasta di Fara (+38,4%) mentre il distretto dei Dolci di Alba e Cuneo conferma i livelli del primo trimestre del 2022 (+1,2%).
Risultati record anche per i distretti agricoli
La filiera dei distretti agricoli chiude il primo trimestre 2023 con oltre 1,1 miliardi di euro in flessione del 2,1% a causa, oltre che degli aumenti dei costi, anche del calo delle rese dei raccolti a seguito di eventi climatici avversi tra cui l’alluvione del maggio scorso l’Emilia Romagna, i cui effetti non sono ancora visibili sull’export del trimestre. Il distretto dell’Ortofrutta romagnola chiude infatti il periodo gennaio-marzo 2023 con una crescita tendenziale del 18,2% mentre il distretto dell’Ortofrutta del Barese cala del 53,2%, incidendo in maniera prevalente sul risultato complessivo dell’intera filiera agricola, in funzione del confronto con il boom delle esportazioni del primo trimestre 2022.
Il maggior contributo allo sviluppo dei distretti agro-alimentari lo si deve alla crescita dei distretti delle conserve (+19,8%), in relazione anche alla spinta inflazionistica, che vede aumentare i risultati di tutti i distretti tra cui si distingue con +25,5% il distretto delle Conserve di Nocera e con un +42,1% quello dell’Ortofrutta del Foggiano. Ottimi risultati anche per i comparti conserve dell’Alimentare di Parma (+23,9%) e dell’Alimentare napoletano (+9,6%).
Carni di Verona, esportazioni a più 40,5% mentre calano i salumi reggiani
Buono il risultato per la filiera delle carni e dei salumi (+18,8%) con un balzo in avanti per i Salumi del modenese del +15,8% e delle Carni di Verona a +40,1%. Unico distretto della filiera in calo è quello dei Salumi di Reggio Emilia (-27,9%).
Nella filiera del lattiero-caseario, la Mozzarella di Bufala campana si conferma regina di vendite sui mercati esteri (+31,9%) e riscontra un’ottima performance anche per il Lattiero-caseario sardo (+61,2% nel trimestre). In incremento di circa 13 milioni nel primo trimestre del 2023 anche le esportazioni del Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (+4,9%).
Nella filiera olearia le buone performance sui mercati esteri dell’Olio toscano (+13,3%) e del comparto oleario dell’Olio e pasta del barese (+37,2%) compensano il lieve arretramento dell’Olio umbro (-3,8%). Continua la fiammata dei prezzi alla produzione sui mercati esteri (+25,5% nel primo trimestre del 2023), a fronte di un’annata non particolarmente brillante nella produzione (Ismea ha stimato per l’Italia, a frantoi ormai chiusi, i volumi 2022/23 in flessione del 27% rispetto alla campagna precedente).
Filiera del riso, bene Vercelli e Pavia. Prezzi in crescita dopo il blocco indiano
La filiera del riso realizza oltre 48 milioni in più rispetto al primo trimestre del 2022 (+29,2%) con il Riso di Vercelli a +28,4% e il Riso di Pavia a +30,3%. I prezzi alla produzione sui mercati esteri sono cresciuti del 16,7% nel primo trimestre del 2023, a fronte di un’annata, quella del 2022, per la quale l’Ente Nazionale Risi ha stimato una produzione in calo del 17% sia per il pressing dei prodotti di importazione, nonché a seguito del recente blocco deciso dall’India sulle esportazioni di riso bianco non basmati.
Tra i distretti del caffè, che realizzano nel complesso una crescita del 14,2%, spicca il distretto del Caffè e confetterie del napoletano (+30,1%) e il Caffè, confetterie e cioccolato torinese che raggiunge 19 milioni di esportazioni in più (+9,3%).
Ottima performance anche per il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+8,5%).
Export, è la Germania il primo mercato italiano
La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agro-alimentari nel primo trimestre del 2023: il rallentamento dell’economia tedesca non riduce i flussi di esportazioni verso questo mercato (+13%), che acquista principalmente prodotti agricoli (+5,6%), vini (+12,8%) e conserve (+22,9%). Seguono gli Stati Uniti (+9%) che, oltre ai vini (+4,4%), hanno mostrato apprezzamento per pasta e dolci (+30%) e olio (+19,2%). Terza destinazione la Francia (+16,9%), che acquista soprattutto pasta e dolci (+4,3%), latticini e formaggi (+20,3%) e carni e salumi (+23,9%). Continuano a crescere anche le vendite nel Regno Unito (+16,7%), soprattutto di pasta e dolci (+30,9%) e conserve (+42,3%).
Di poco positivo il bilancio verso le economie emergenti (+3%), che rappresentano circa il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agro-alimentari: nonostante i cali verso la Russia (-13,4%) e la Cina (-13,1%) registrano variazioni positive nel primo trimestre del 2023 Polonia (+18,5%), Repubblica Ceca (+5,5%), Romania (+19%) e Brasile (+42,6%).
Intesa Sanpaolo, più risorse ai contratti di filiera
Grazie al Programma Sviluppo Filiere, Intesa Sanpaolo mira a rafforzare il made in Italy e agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, fornitrici strategiche del champion. Ad oggi sono attivi 863 contratti di filiera di cui nel comparto agro-alimentare sono stati attivati 169 contratti di filiera coinvolgendo oltre 6.600 fornitori, un giro d’affari complessivo di oltre 22 miliardi di euro e oltre 22.000 dipendenti del capo-filiera (dalla filiera del tartufo, al prosciutto, allevamento zootecnia, olivicoltura e settore lattiero-casearia).
“Un primo trimestre assolutamente positivo per l’agroalimentare italiano che conferma, seppur in un contesto complesso, come il nostro made in Italy svolga un ruolo determinante a livello internazionale. Intesa Sanpaolo sostiene tutte le aziende della filiera agroalimentare italiana, dalle grandi alle micro, nel vincere questa grande sfida sia con strumenti ordinari di finanziamento, sia attraverso strumenti straordinari per sostenere investimenti in tecnologia, capitale umano e sostenibilità grazie anche a specifici progetti come Motore Italia Transizione Energetica a beneficio dei territori serviti – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, nella foto, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. –
Inoltre, Intesa Sanpaolo, ribadendo la vicinanza ai territori in cui opera, ha previsto interventi a favore di tutte le realtà colpite dalle forti calamità, con particolare attenzione alle imprese agroalimentari, mettendo in campo finanziamenti agevolati, strumenti di liquidità e di sospensione dei pagamenti al fine di dare supporto alla fase di ripristino e ricostruzione.”