L’aumento della produzione di birra nazionale fa correre il malto italiano (+5,5%), passato dalle 75.800 tonnellate del 2017 alle 80.000 del 2018, e un aumento dell’import di luppolo, salito nel 2018 del 20,8%, da 2.748 a 3.320 tonnellate. «Nonostante sia tra le più storiche e virtuose, la filiera italiana della coltivazione di orzo brassicolo e la sua seguente maltazione – spiega Antonio Catalani, Vicepresidente AssoBirra con delega a Filiere e Sicurezza Alimentare – non è mai stata, finora, pienamente compresa ed adeguatamente supportata dalle istituzioni. L’Italia importa due terzi del fabbisogno di malto e come Associazione da anni chiediamo con fermezza che vengano sostenute tutte quelle filiere agricole che soddisfano sia requisiti di tracciabilità della materia prima sia i concetti di sostenibilità, diversificazione e difesa del suolo. Alla vigilia della riforma della Politica Agricola Comunitaria, auspichiamo che la filiera di produzione di orzo da birra possa essere riconosciuta ed annoverata tra le più virtuose e sostenuta al pari delle altre a tutto vantaggio del settore primario».
MICRO BIRRIFICI, PRODUZIONE +4,3%
I trend positivi hanno infine interessato anche il settore dei micro birrifici, caratterizzato negli ultimi anni da un vero e proprio boom. Dopo la nascita, in tutto il Paese, di nuove realtà imprenditoriali per gran parte giovanili, oggi i micro birrifici sono 862, per una produzione di 504.000 ettolitri, in crescita del 4,3% sul 2017. “AssoBirra – annuncia Matteo Minelli, Vicepresidente con delega ai micro birrifici – intende adottare nei prossimi mesi una serie di azioni per continuare a favorire la competitività dei micro birrifici e sostenere lo sviluppo di un comparto che, negli ultimi 10 anni, è cresciuto dell’824% e che oggi rappresenta il 3,1% della produzione di birra in Italia. L’obiettivo è consentire alle imprese di accedere più facilmente a finanziamenti mediante la concessione di garanzie che si affiancano a quelle reali portate dalle singole imprese. Tra le priorità di AssoBirra, inoltre, vi è lo stanziamento di risorse economiche per iniziative in grado di promuovere l’internazionalizzazione del “Made in Italy” e la realizzazione di corsi di formazione e di aggiornamento sia in materia economica che in ambito tecnologico, agroalimentare e giuridico, venendo così incontro alle esigenze che arrivano dalle aziende”.